Il canadese Miche lJean recupera la vicenda reale della bisnonna. Che, nel Québec d’inizio Novecento, conobbe un coetaneo nativo, se ne innamorò e lo seguì fra la sua gente, adottandone con convinzione lo stile di vita in terre estreme
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La satira si è fumata l’America
John Barth ha scritto un grande romanzo postmoderno, capace di divertirci, prendendo spunto dalla figura storica di un poeta-coltivatore di tabacco vissuto in Maryland tra Sei e Settecento. La traduzione di Luciano Bianciardi fa il resto
Breve storia dell’Egitto in forma di famiglia
Torna la «Trilogia del Cairo» di Nagib Mahfuz, premio Nobel nel1998: si comincia con il romanzo che la apre, «Tra i due palazzi»
J.M.G. Le Clézio Non sappiamo più ribellarci
Il vincitore del Nobel nel 2008 pubblica una raccolta di racconti che tocca i suoi temi: la rivolta, la fuga, la durezza del mondo e la tenerezza delle persone. «Il consumismo ha cambiato tutto: ci ha rieducati a preferire voglie piccole, facili da soddisfare, rispetto a quelle grandiose, magari irrealizzabili ma capaci di definire la vita. Però nel cuore di uomini e donne aspirazioni più alte resistono»
L’apocalisse dopo l’apocalisse
Un nichilismo radicale nei racconti dell’ungherese László Krasznahorkai
Margaret Atwood Nel condominio del lockdown
La scrittrice canadese ha curato con Douglas Preston un romanzo collettivo che è una raccolta di racconti, un «Decameron» del XXI secolo. «Ma io sono stata solo un’ esca», scherza. Poi parla di narrativa, presidenziali Usa, cambiamento climatico, diritti delle donne
La nostalgia è l’inganno di chi non sa pensare il futuro
Le versioni romanticizzate del passato recente dilagano in tv e al cinema, gli algoritmi puntano sulle emozioni del già ascoltato: questo lo sappiamo. Il sociologo Grafton Tanner va oltre e suggerisce una più consapevole visione del tempo
Il prevosto cattivo fa cose terribili o forse se le sogna
Autore orgogliosamente «di genere» e prolifico, all’incrocio fra thriller, noir e «new weird», Brian Evenson allestisce una trama dove nessuno, ma proprio nessuno, suscita simpatia. L’obiettivo è togliere ogni punto di riferimento al lettore
Nei sanatori del Novecento
Il Berghof di Davos, in Svizzera, dove per anni si cura il protagonista, sintetizza e rinnova la ricca tradizione letteraria di una malattia, la tubercolosi, che diventa metafora: il cronicario non cessa di ispirare gli scrittori, se anche la Nobel polacca Olga Tokarczuk vi ha ambientato il suo nuovo libro
È la ghigliottina che spalanca la vista
Definito da Pablo Neruda «il Kafka cileno», interprete personalissimo delle suggestioni del Surrealismo, a 60 anni dalla morte Juan Emarmerita la riscoperta, come dimostra «Ieri»