Il presupposto della giustizia è la capacità di prestare attenzione e rispettare le persone; tutto quello che ci circonda va nella direzione opposta: la pena di morte, o il «populismo penale»
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La misura della coscienza
È (soprattutto) un tema teologico, filosofico, etico. Qui a confrontarsi sono però due scienziati: il fisico e inventore del microprocessore Federico Faggin, che ha elaborato una teoria secondo cui la conoscenza di sé e il libero arbitrio sono «irriducibili»; e Simone Sarasso, fisiologo che ha sviluppato un radar per rilevare il livello di «sentire». Il dialogo è molto acceso...
Una luce nel buio
Lo scienziato: «L’ eccessiva esposizione al chiarore crea danni a tutti gli esseri viventi, umani compresi. Diamo agli occhi il silenzio che meritano». La studiosa: «Smettiamola di definire oscura l’Età di mezzo. In realtà le fiamme facevano brillare la notte»
La poliziotta piange con i criminali
Se c’è una nuova frontiera nipponica del giallo, Tetsuya Honda l’attraversa benissimo. Arriva, preceduto da un successo clamoroso in patria, «Omicidio a Mizumoto Park». Un thriller con tante anime: nere, ovvio, e horror, ma anche sociali
Transizione umanistica
Per un mondo più giusto e un ambiente più sano vanno ripensati i codici del capitalismo. «Come? Un ’idea ce l’ho», dice Gaël Giraud, economista e gesuita
Amo gli assassini che amano Dostoevskij
Dopo il successo de «I sette killer dello Shinkansen», la «crime story» ora trasformata in un film con Brad Pitt, torna Isaka Kotaro, in patria una celebrità riconosciuta.
La periferia ora è centro
I confini sono spariti
Il Mediterraneo disuguale
La mappa del nostro mare si è spezzata: paesi ricchi e Stati poveri sono sempre più lontani, europei benestanti e migranti disperati sempre più divisi.
Al Capone, Pinocchio. Il diario intimo di Giovanni Paolo I
Svelati gli appunti di Papa Luciani: la sintonia totale con il metropolita ortodosso russo (sintonia oggi così lontana), i gusti letterari, i pensieri sulla società e su un Dio che è madre.
Il «seguito» dei Buddenbrook
Gabriele Tergit, costretta a lasciare la Germania nazista, ricostruisce la storia e gli ambienti di quattro generazioni.