Le nazionalizzazioni: breve storia di quello che oggi il capitalismo reclama a gran voce dallo Stato.
Archivio articoli per autore, di: ruffolo - pagina 6
Chi sono i colpevoli della crisi globale
I disastri di una finanza che distribuisce ricchezza senza produrla saranno pagati dai più deboli.
I cento giorni di Roosvelt.
I critici del Nel Deal osservano che alla fine degli anni Trenta l´economia americana era ancora lontana dal recuperare la forza propulsiva del passato. E che questo compito non fu assolto dal New Deal, ma dalla guerra. Dimenticano però che il New Deal salvò l´America dalla catastrofe e, diversamente dalla Germania hitleriana, lo fece preservando la democrazia.
La crisi a spese dello Stato
Il vero pericolo che nasce da questa crisi non è che lo Stato divenga padrone del mercato, ma che ne diventi lo schiavo.
Il capitalismo avvelenato
Il governo degli Stati Uniti, che gode del privilegio di emettere la moneta mondiale di riserva, importa beni e servizi al di là delle sue possibilità produttive per finanziare consumi. Esso gode di una specie di grande leva finanziaria che gli è accordata da paesi emergenti, quelli asiatici, che producono molto più di quel che consumano e hanno interesse ad esportare la loro produzione nel mercato americano per mantenere elevato il ritmo della loro domanda.
La stagione del keynesismo
Secondo l´economista britannico era compito dello Stato intervenire per colmare il vuoto della domanda attraverso politiche macroeconomiche, monetarie e fiscali
La crisi morale del capitalismo
La spesa mondiale annuale della pubblicità che alimenta i consumi e l´inquinamento, ammonta a 500 miliardi di dollari, quella della ricerca sanitaria a 70 miliardi. A 62 miliardi quella destinata dai paesi ricchi ai paesi poveri.
La misura della felicità
Sociologi, statistici e governanti sono tutti d’accordo: il Prodotto Interno Lordo non è più in grado di rappresentare il benessere delle nazioni. Il problema è con che cosa sostituirlo.
Il capitalismo senza limiti
La hybris della crescita illimitata e i suoi perversi effetti sociali ed ecologici, una tecnologia al servizio non del mercato, ma di un altro umanesimo nel nuovo saggio di Ruffolo.
È la decomposizione il rischio per l’Italia
Questioni attuali alla luce di una efficace sintesi della storia dei millenni trascorsi.