Sarà anche un relitto lasciatoci in eredità dalla Rivoluzione francese, ma lo stato-nazione è tutto ciò che abbiamo
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La governance globale senza leader
L’economia mondiale sta entrando in una fase nuova in cui la cooperazione globale sarà ancor più difficile.
Occupiamo l’aula?
Applicata in modo adeguato e con una sana dose di buonsenso, l’economia ci avrebbe preparato alla crisi finanziaria e mostrato la giusta direzione per stabilirne le cause.
Il dittatore non compra la stabilità
Una rapida crescita economica non compra da sola la stabilità politica, fintantoché non si consenta alle istituzioni politiche di svilupparsi e maturare rapidamente.
Nuove regole per l’economia globale
La globalizzazione funziona meglio quando non si spinge troppo oltre
Crescita? Gli emergenti non bastano
Paesi come Brasile, Cina, India e Sudafrica hanno dimostrato poco interesse nell'istituzione di regimi globali, preferendo conservare il ruolo di giocatori liberi.
All’industria serve una mano (pubblica)
Per riuscire a sviluppare industrie nuove, spesso serve una spintarella da parte dello stato.
Protezionismo? Vinto dal welfare
Se il mondo non è precipitato nel baratro del protezionismo durante la crisi, come successe negli anni 30, gran parte del merito va attribuito a quei programmi sociali che la destra e i fondamentalisti del mercato vorrebbero mandare in pensione.
Protezionismo? Vinto dal welfare.
Quando deve fronteggiare una situazione di declino economico e aumento della disoccupazione, è più probabile che un governo presti maggiore attenzione ai gruppi di pressione interni che al rispetto degli obblighi internazionali.
Un nuovo Keynes per fare ordine
Ma se la globalizzazione è in pericolo, chi sono i suoi veri nemici? C'è stato un periodo in cui le élite globali potevano confortarsi pensando che l'opposizione al sistema degli scambi mondiale era rappresentata da anarchici violenti, protezionisti interessati, sindacalisti e giovani tanto idealisti quanto ignoranti.
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