Le crisi economiche fanno bene alla salute Ma non ai poveri

Comportamenti L’economista Christopher Ruhmha studiato le conseguenze delle recessioni sui cittadini: nei periodi di difficoltà molti stanno meglio, ma per una minoranza di persone le malattie aumentano. Diminuiscono gli incidenti sul lavoro e quelli stradali; si guida meno e dunque migliora la qualità dell’aria;si riducono le malattie respiratorie e cardiache; si risparmia su fumo e alcol, si cucina a casa. Però... Ai più poveri succede il contrario: si beve e si fuma di più e la perdita dello stipendio rende difficile l’accesso ai farmaci

+1% di migranti secondo la rivista «Lancet» equivale a… +2% di ricchezza

La più grande rivista di medicina d’Europa ha chiamato a raccolta venti studiosi— sociologi, economisti, antropologi, esperti di salute pubblica— da tredici Paesi con l’obiettivo di analizzare i fenomeni migratori. Il risultato è un dossier di cinquanta pagine che ribalta molti luoghi comuni. E afferma, per esempio, che «gli immigrati contribuiscono all’economia dei Paesi d’arrivo più di quanto costino»

No, la sanità privata aiuta la sanità privata

Ma salute e mercato («e il mercato di cui parliamo è finanziato per l’80% da fondi pubblici»)— replica Remuzzi— non vanno d’accordo. «Il mercato tende ad aumentare la produzione e il fatturato; il pubblico ha come primo obiettivo ridurre il fatturato attraverso la prevenzione: meno protesi, meno dialisi, meno chirurgia coronarica...»