Yehoshua Il macigno della storia in forma di letteratura

Come ogni israeliano della sua generazione, Yehoshua porta su di sé il fardello della tragedia ebraica. Prima la Shoah, poi le guerre di liberazione, infine la contraddizione di un Paese democratico che per esistere deve compiere atti di inaudita violenza, perlopiù funzionali alla propria sopravvivenza ma talvolta irragionevolmente feroci.

Il mestiere dello stroncatore

La recensione che demolisce un romanzo — atto di volta in volta rancoroso, complottista, apocalittico; oppure, viceversa: curato, onesto, necessario; ma sempre gustoso com’è gustosa la maldicenza — è quasi sparita dalla circolazione. Forse a causa della natura promiscua e confusa di ciò che resta della cosiddetta società letteraria. Una bieca questione di buon vicinato. Prodursi in una critica negativa espone all’ esecrazione dell’ambiente: se fai lo scrittore rischi di passare per invidioso; se ambisci a diventare scrittore meglio evitare preventivamente di farsi dei nemici; a questo si aggiunge l’opportunismo di chi non vuole avversari illustri. Eppure... è un peccato

Professor Montaigne insegnante di scrittura creativa

Insoddisfatto al limite dell’auto-denigrazione; capace di parlare di sé solo per avere trovato il soggetto «sterile e magro», uomo senza qualità...I «Saggi» non sono un manualetto di self-help zen per signori di mezza età in crisi come talora sono stati ridotti; piuttosto un manuale di trame e di stile. Dopodiché, a pagina 5, si potrà trarre dalla corrispondenza di Paul Verlaine la traiettoria di un altro apprendistato poetico.

Martin Amis Un’autobiografia di fantasmi

Lo scrittore è morto venerdì19; martedì 23 è uscito in Italia il suo ultimo lavoro. Non un testamento, anche se ci sono gli addii a tanti affetti, ma un libro, un libro bellissimo. Persino Bolaño, che stroncò «Esperienza», avrebbe da ricredersi. Perché dev’essere bello andarsene lasciandosi dietro un capolavoro, cioè un memoir sull’ amore e sulla morte in cui il buon Martin ammucchia ricordi seduto sullo scranno della vecchiaia. «Per gli uomini varcare la soglia dei sessanta è un sollievo»