L’ottima traduzione che Yasmina Mélaouah fa dell’«Education», terzo romanzo dello scrittore francese, consente di aprire una riflessione su un capolavoro di stile. Qui tutto induce a pensare che il protagonista Frédéric Moreau non sia da meno di Emma
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Io mi vergogno di mia madre
Alessandro Piperno legge il nuovo romanzo di Antonio Franchini, che è stato suo editor e in un certo senso anche suo mentore. Un’opera, nonostante il titolo, di ferocia inaudita
Yehoshua Il macigno della storia in forma di letteratura
Come ogni israeliano della sua generazione, Yehoshua porta su di sé il fardello della tragedia ebraica. Prima la Shoah, poi le guerre di liberazione, infine la contraddizione di un Paese democratico che per esistere deve compiere atti di inaudita violenza, perlopiù funzionali alla propria sopravvivenza ma talvolta irragionevolmente feroci.
Commissione pericolosa
Una notizia luttuosa raggiunge un professore, un francesista, riportandolo subito ai tempi del liceo. Lo stesso professore viene convocato da un organismo della sua università a lui ignoto. Parte così il nuovo romanzo di Alessandro Piperno, «Aria di famiglia». Uscirà in primavera: ecco le prime pagine
Paul Auster, l’epicureo
«Baumgartner» è bellissimo. Al nichilismo shakespeariano dell’ultimo Roth, oppone ironia e fatalismo. Così affronta la vecchiaia e resiste alla morte
La colpa non è un’opinione
Meglio una società libera senza un Tolstoj che una società zarista piena di Tolstoj
Leggete Herzen, un grande russo
Esce il romanzo del 1847 di un autore che sta alla pari con i giganti. E ha un titolo che richiama un romanzo del 2021...
Bret Easton Ellis Il romanzo della maturità di un immaturo
Sbronzi, sballati, sempre in tiro, in preda a impetuose scosse ormonali, i ragazzi di «Le schegge» abusano di sé stessi. Non si interessano del mondo degli adulti e godono di un’impunita libertà ma sono tormentati dalle loro ansie
Il romanzo della vita
Colm Tóibín non è un archeologo, tantomeno è un filologo. È un artista: maestro nel catturare lo spirito e la lingua del suo eroe, prima Henry James e ora Thomas Mann; capace di un mimetismo cauto, ironico, mai ingerente
Il mestiere dello stroncatore
La recensione che demolisce un romanzo — atto di volta in volta rancoroso, complottista, apocalittico; oppure, viceversa: curato, onesto, necessario; ma sempre gustoso com’è gustosa la maldicenza — è quasi sparita dalla circolazione. Forse a causa della natura promiscua e confusa di ciò che resta della cosiddetta società letteraria. Una bieca questione di buon vicinato. Prodursi in una critica negativa espone all’ esecrazione dell’ambiente: se fai lo scrittore rischi di passare per invidioso; se ambisci a diventare scrittore meglio evitare preventivamente di farsi dei nemici; a questo si aggiunge l’opportunismo di chi non vuole avversari illustri. Eppure... è un peccato