Il filosofo ginevrino ricostruisce la parabola dell’organizzazione sociale: da uno stato di natura pacifico all’insorgenza delle società privata, l’origine dei conflitti che distruggono i rapporti
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Adam Smith e l’idea “residuale” di giustizia
Hume e Smith, amici ma "divisi" su quattro temi principali: il concetto di sympathy, l'idea di utilità, il ruolo della religione ed il concetto di giustizia
Il miscredente, il professore e i troppi morti affogati nel nostro mare
La «simpatia» ha un ruolo centrale nelle teorie morali di Dvid Hume e Adam Smith ma se per il primo il giudizio morale si fonda solo su un punto di vista esterno, per il secondo serve un’attiva assunzione della prospettiva di ogni singolo individuo
Davvero l’interesse individuale e il senso morale sono in conflitto tra loro?
Una delle grandi intuizioni del filosofo scozzese riguardo al tema della giustizia è quella secondo cui tale concetto ha carattere convenzionale. Vediamo che cosa significa e cosa comporta
Quando dall’egoismo (ben temperato) nasce la giustizia
La forza della cooperazione, la divisione del lavoro, l’evoluzione culturale più di quella naturale ci ha resi capaci di fare le cose insieme, di unire sistematicamente le nostre forze e, in questo modo, di superare i limiti individuali che la natura ci ha imposto
Il muro e la volta. David Hume e la virtù artificiale della giustizia
Giustizia e proprietà indissolubilmente legate, anzi l’una origine dell’altra
Locke e la fiducia come fondamento del potere politico
Con il pensiero del filosofo inglese si arriva alla definizione di un potere politico che non può essere immaginato come illimitato; una delega in bianco irrevocabile
John Locke, la proprietà privata e il ruolo trasformativo del lavoro
Nel 1690 John Locke pubblica, in forma anonima, la sua opera politica più compiuta: Due trattati sul governo. Con questo lavoro indaga la natura del dovere di ubbidienza dovuta dai sudditi al monarca e riflette sull’origine della proprietà privata
John Locke e la critica all’assolutismo del potere
Per il filosofo inglese, se il potere politico deve poter contare su un'adesione convinta di coloro che ad esso si vincolano, questo non può essere un potere assoluto, illimitato e illimitabile
La morale o la paura? Sulla natura del legame politico secondo Thomas Hobbes
Il filosofo ha messo in discussione l’assunto aristotelico relativo alla naturale socievolezza dell’essere umano e ha tratto da questa mossa tutte le conseguenti implicazioni di natura politica