Gli errori inevitabili si devono affrontare a viso aperto e, se siamo in due o più, è pure meglio
Archivio articoli per autore, di: Pelligra - pagina 20
Raro ma probabile. Perché ci piacciono le lotterie e abbiamo paura dei vaccini
L'industria dell'azzardo sembra aver studiato a fondo i meccanismi cognitivi, sfruttandoli per generare lauti profitti, mentre la comunicazione istituzionale sembra fare grande fatica a capirli
Vaccinarsi o no? Il prezzo della salute e il ruolo del rimpianto
La scelta di uno ha ricadute sulla salute di molti. Gli economisti le chiamano esternalità
Pianificazione è l’arte di capire quali errori conservare
Per capire come una pianificazione può fallire, dovremmo esplorare le vulnerabilità di tre elementi: database di lavoro, operazioni mentali e strutture di conoscenze apprese
L’inerzia non è prudenza, è ciò che ci fa perdere la sfida con il futuro
Il passato è solo uno dei criteri da tenere in considerazione. Sarebbe utile svincolarsi da logiche vecchie e stantie che si sono rivelate fallimentari per troppo tempo
Le radici della fallibilità umana. Un’indagine liberatoria e costruttiva
Perché commettiamo errori? Da cosa dipendono? Accettarli come tali è la prima regola per limitarne le conseguenze
Qual è la giusta definizione di errore e perché l’esperienza a volte non aiuta a rimediare
La nostra efficacia nel trovare soluzioni creative a nuovi problemi è strettamente legata alla capacità di sopprimere la tentazione di applicare soluzioni tradizionali, per concentrarsi sull’elaborazione di quelle nuove
Perché sbagliare non sempre è un errore
Davanti alle sfide che ci attendono occorre riflettere approfonditamente sulla natura degli errori che potremo commettere, sia per una progettazione fallace sia per un'esecuzione difettosa. Ma lo si dovrà fare con la prospettiva corretta, gli strumenti giusti e le migliori conoscenze a nostra disposizione
Contro la retorica meritocratica spazio al mutuo riconoscimento
Il diritto è ciò che ci ha portato fuori dallo stato di natura, ma il diritto senza il mutuo riconoscimento è come uno scheletro senza il resto dell'organismo; fa addirittura paura
Il lavoro come vocazione. Una sfida che non riguarda solo i singoli, ma la società
Non basta “avere” una propensione: bisogna svilupparla, capirla e farla crescere. Un ruolo che spetta al singolo e, anche, alle istituzioni