Perché commettiamo errori? Da cosa dipendono? Accettarli come tali è la prima regola per limitarne le conseguenze
Archivio articoli per autore, di: Pelligra - pagina 20
Qual è la giusta definizione di errore e perché l’esperienza a volte non aiuta a rimediare
La nostra efficacia nel trovare soluzioni creative a nuovi problemi è strettamente legata alla capacità di sopprimere la tentazione di applicare soluzioni tradizionali, per concentrarsi sull’elaborazione di quelle nuove
Perché sbagliare non sempre è un errore
Davanti alle sfide che ci attendono occorre riflettere approfonditamente sulla natura degli errori che potremo commettere, sia per una progettazione fallace sia per un'esecuzione difettosa. Ma lo si dovrà fare con la prospettiva corretta, gli strumenti giusti e le migliori conoscenze a nostra disposizione
Contro la retorica meritocratica spazio al mutuo riconoscimento
Il diritto è ciò che ci ha portato fuori dallo stato di natura, ma il diritto senza il mutuo riconoscimento è come uno scheletro senza il resto dell'organismo; fa addirittura paura
Il lavoro come vocazione. Una sfida che non riguarda solo i singoli, ma la società
Non basta “avere” una propensione: bisogna svilupparla, capirla e farla crescere. Un ruolo che spetta al singolo e, anche, alle istituzioni
Il paradosso del lavoro inutile. Senso individuale e non-senso collettivo
Il tema della finalità sta assumendo, anche tra gli esperti di management e di gestione delle risorse umane, una posizione sempre più rilevante, nella progettazione delle organizzazioni, nella definizione delle mansioni e nelle pratiche manageriali
Ogni lavoro ha la sua dignità. Oppure no?
Davvero possiamo affermare così facilmente che ogni lavoro è un lavoro degno, che il medico e l’infermiere che salvano vite possano essere messi sullo stesso piano di chi progetta e costruisce missili e mine antiuomo?
I costi sociali della gerarchia
La gerarchia, di per sé, produce differenze, muri, barriere; li produce perché si fonda su di essi. In tutte le nostre organizzazioni, quindi, è sempre presente, manifesto o nascosto, il rischio dell'esclusione
Il nesso invisibile tra benessere dei lavoratori e valore delle imprese
È ancora troppo diffusa la cultura secondo cui per rendere un lavoratore soddisfatto, per valorizzare i suoi bisogni di finalità, utilità sociale e appartenenza, si debbano sostenere costi e non, invece, fare investimenti
Basta pendolarismo, tornare a lavorare nei borghi porterebbe benessere e produttività
L'Italia ha una ricchezza diffusa fatta di luoghi bellissimi, ricchi di storia, tradizioni, relazioni. L'opportunità di consentire a tanti lavoratori la riconquista di tali spazi rappresenta una opportunità unica