Abbiamo abbastanza democrazia per poterla esportare?

La democrazia che conosciamo è il prodotto complesso del pensiero europeo, poi anglo-americano, combinato con le pratiche necessarie a riconoscere e mantenere il pluralismo dei dissidenti religiosi, aggiungendovi le riflessioni dei liberali sui diritti, sulla separazione delle istituzioni e sull’autonomia del potere politico da quello religioso.

La politica fa ridere Un guaio per la satira

Spesso i personaggi pubblici inseguono battute veloci, tweet salaci, post spiritosi, selfie irriverenti. E spesso lì si fermano. Il collettivo chiamato Il Terzo Segreto di Satira pubblica un libro per denunciare questo andazzo (e prendere di mira sovranismi e altri isterismi). Abbiamo invitato a confrontarsi sull’argomento un esponente del collettivo e due politologi, Luigi Curini e Gianfranco Pasquino

La fragilità dei partiti danneggia le democrazie

In Israele (che a marzo torna al voto per la terza volta in meno di un anno) sono spariti i laburisti e si sono ridotti i consensi del Likud; la Grecia (cinque volte al voto in dieci anni) ha assistito alla quasi totale scomparsa del Pasok, la Spagna (due volte al voto quest'anno) al ridimensionamento di popolari e socialisti. Il problema è la frammentazione dei partiti: costruire coalizioni è faticoso. Ma chi ha mai detto che governare una democrazia è facile?

La democrazia è viva

Il mondo è pieno di attivisti che si battono per la difesa dei diritti. E mai tante persone al mondo hanno vissuto sotto istituzioni di tipo rappresentativo. Ovviamente la realtà è diversa dall’ideale che tuttavia costituisce un criterio a cui ispirarsi. Forse però il problema più grave riguarda l’atteggiamento di molti cittadini, che si tengono lontani dalla politica e non s’impegnano per migliorarne la qualità

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