Arrivano le «memorie controcorrente» di Alain Finkielkraut, l’intellettuale più amato e odiato di Francia. Galeotto fu il «Corriere» e un’intervista allo scrittore meno intervistabile. Che «mi spiegò lo scontro di civiltà che si era consumato a Praga» e «favorì la mia riconciliazione con il romanzo». Da allora è stato più facile capire la guerra nella ex Jugoslavia e persino le prossime presidenziali americane
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I fantasmi esistono ma sono un po’scomodi
Jean-Paul Dubois ha vinto il Goncourt con un romanzo scritto in un mese. Il protagonista è un uomo buono, il portiere (reale, abita a Montréal) di un condominio: «Non è mai stata così profonda la frattura tra chi si preoccupa degli altri e chi no». Poi ci sono gli spettri: «Una questione imbarazzante. Io vivo con loro, li vedo, anche se non fisicamente. È rasserenante e doloroso»
Vivere significa tradire (anche la lingua)
Un afghano a Parigi. Atiq Rahimi è nato a Kabul, a 16 anni ha capito di più di sé e del suo Paese visitando l’India, a 22 si è trasferito in Europa, nel 2008 ha vinto all’esordio il premio Goncourt. Elogio dello sradicamento, nonostante il dolore
Che mestiere difficile il multiculturalismo
Il nuovo romanzo della franco-marocchina Leila Slimani tocca il tema dell’identità. Il dialogo con civiltà diverse, avverte, «è complicato come l’amore: bisogna vivere nel clima di un altro, rinunciare al comfort di sé stessi»
La storia capovolta: gli Incas in Europa
Il nuovo romanzo di Laurent Binet, «Civilizzazioni», ribalta l’epopea dei Conquistadores: che cosa sarebbe successo se... «L’ho scritto prima dell’emergenza. Ma la pandemia insegna che tutto può essere diverso, a cominciare dal capitalismo»
L’illusione dell’uguaglianza
Negli anni abbiamo combattuto precarizzazione, ingiustizia sociale, violenza economica. Ci aspetta una nuova lotta di classe
La nostra scommessa è la nuova tenerezza
La psicoanalista e filosofa Julia Kristeva, bulgara di nascita e francese d’adozione, si definisce europea anche se vede l’Europa fallire su tutto, soprattutto nella sanità. La viralità— spiega — da metafora è tornata a incarnarsi nelle nostre vite. E tuttavia ci sono tre lezioni da cogliere: che le tecnologie hanno soltanto amplificato: una radicale solitudine esistenziale; che dobbiamo riappropriarci del senso del limite; che avevamo rimosso la nostra mortalità. Ma si può ricominciare: la fragilità ci renderà tutti più solidi e durevoli
La saggezza
Meglio Seneca di Platone. Il «Parmenide»? Inutile. La «Metafisica» di Aristotele? Inutile. Le «Enneadi» di Plotino? Inutili. Michel Onfray chiude la sua trilogia — dopo«Cosmo» e «Decadenza»— con un testo che smonta la filosofia greca (i professionisti della filosofia) a favore di quella romana (i professionisti della vita)
Joël Dicker «Cavalcare la Tigre mi dà coraggio»
Strano ma vero: un autore oggi bestseller con storie intricatissime di 600 pagine non riusciva a scrivere che poche pagine, poi si fermava. «La letteratura russa mi ha insegnato a superare il blocco». A quella è ispirato il racconto che gli ha permesso di affermarsi e che ora torna in libreria, illustrato. «Le serie tv dimostrano che c’è bisogno di romanzi. Che sono meglio»
Ho conosciuto il dolore Mi ha trafitto il cervello
L’ictus e i chiodi nel cranio. Le diagnosi sbagliate. La morte della compagna, l’affetto dell’altra donna di un consapevole triangolo amoroso. La malinconia. Il nuovo libro del filosofo Michel Onfray narra un abisso e una risalita alla vita