I due Occidenti

Da oltre un secolo, almeno dai tempi del citatissimo saggio di Oswald Spengler, si ipotizza il tramonto di un ’ area che coincide grossomodo con Europa (ma non tutta) e Stati Uniti (ma si allarga a Giappone e Oceania). Ora che negli Usa sembrano scontrarsi due idee di America e di rapporti transatlantici (fra Trump e Harris), ma forse non è proprio così, proviamo a indagare a che punto è il dibattito geopolitico e culturale. Con un occhio agli altri mondi: gli Orienti (quello vicino e quello cinese) e l’Africa

Il rischio

L’americano Donald Trump insegue il suo secondo mandato (nonostante l’età e, soprattutto, i processi) al voto del 5 novembre; il russo Vladimir Putin si appresta a confermarsi (le elezioni presidenziali si svolgeranno il 17 marzo, e sappiamo che fine fanno gli oppositori) per il quinto mandato; il cinese Xi Jinping è saldamente in sella per il suo terzo mandato. Le democrazie soffrono, mentre il pianeta sembra sempre più in affanno

La ragnatela delle alleanze

Geopolitica L’insieme delle organizzazioni internazionali e dei forum di consultazione costituisce un mosaico complesso, del quale ricostruiamo un quadro nel grafico delle pagine seguenti. Ma in realtà i Paesi che ne fanno parte sono divisi da profonde rivalità: vale perla Nato e il G7, ma ancora di più per il G20 o i Brics (come abbiamo visto nei giorni scorsi)

Gli Stati sonnambuli

Nell’estate del 1914 le nazioni europee marciarono—con una certa leggerezza, qualche capriccio e diversi errori di valutazione—verso il precipizio della Prima guerra mondiale. Nell’ estate del 1941 il presidente Roosevelt si comportò in tutt’ altro modo: non solo era pronto alla reazione militare giapponese, ma secondo alcuni studiosi la provocò. Oggi le cose stanno addirittura peggio: Stati Uniti e Cina giocano con il fuoco dei ricatti, governi e opinioni pubbliche ballano sull’ abisso. E l’inizio di un conflitto terribile sembra sempre più vicino

La linea di faglia europea fra Germania e Francia

La crisi del vecchio continente. Nel 2023 si festeggia l’anniversario del manifesto di Coudenhove-Kalergi sull’importanza di una unione degli stati europei. Il testo è destinato per il momento a rimanere un bel sogno: l’Ue è un’astrazione senza politica estera comune, con un problema demografico che non vuole affrontare e con due paesi leader che si ostinano a seguire i loro interessi particolari

La guerra di Putin ha minato la centralità della Francia

Le relazioni tra Mosca e Parigi hanno conosciuto alti e bassi, a partire dal loro avvio nel 1702 su iniziativa di Pietro il Grande La sponda russa è servita nel tempo ai francesi anche come tenaglia per sorvegliare le mosse del pesante vicino tedesco Ma la crisi ucraina ha rotto gli equilibri e ha dato vigore agli Stati Uniti, sempre più egemoni in Europa ma rivolti verso est

Il collasso della civiltà. I paradossi delle politiche migratorie occidentali

Tutte le società nascono, si sviluppano e tramontano. Le cause della loro scomparsa sono sempre molteplici. Ma gli storici del futuro, nell’analizzare la fine del nostro tempo, si interrogheranno su alcuni comportamenti irrazionali degli umani di allora: pur sapendo che gli immigrati avrebbero alleviato debito e crisi demografica, ne impedirono l’arrivo