In vetta alla mia classifica dei disprezzabili ci sono coloro che si assumono responsabilità pubbliche o morali e pensano invece agli interessi propri e di gruppo
Oggi gli urbanisti si sono arresi all’idea che ci possa essere solo la “città diffusa” e cioè una scalcinata e disordinata valanga di capannoni villette supermercati in un pianeta tutto urbanizzato
Non fa piacere constatare come la cultura, nelle sue rare punte buone, sia tanto più avanti della politica, tanto più degna, nel nostro stupido paese più che altrove.