Disobbedire insomma non è un gioco, è un rischio. È la messa in campo di un principio di responsabilità dettato dalla mia coscienza e dalle mie persuasioni.
La Resistenza è il momento più degno e glorioso della nostra storia del Novecento, e con quella storia bisognerà sempre fare i conti, e sempre da essa ripartire.
Consiglio questo libro anzitutto agli aspiranti giornalisti, perché imparino qualcosa del mondo e perché vedano che si può ancora fare del giornalismo un’arte.
Oggi il qualunquismo ha partorito un giustizialismo, altrettanto preoccupante e pericoloso, con il suo grido di “noi siamo sani” e “sono gli altri i malsani”.
In vetta alla mia classifica dei disprezzabili ci sono coloro che si assumono responsabilità pubbliche o morali e pensano invece agli interessi propri e di gruppo
Oggi gli urbanisti si sono arresi all’idea che ci possa essere solo la “città diffusa” e cioè una scalcinata e disordinata valanga di capannoni villette supermercati in un pianeta tutto urbanizzato