Può capitare che i fan dell’icona pop planetaria, studenti di un ’ accademia di arti visive, ignorino il vincitore del festival cinematografico; ma capita anche che un regista ignori tutto dell’icona pop planetaria. Perché? Abitiamo universi paralleli che non comunicano
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Marlon Brando Il divo che incarnò l’America
Cent’anni dalla nascita, venti dalla morte dell’attore che ha saputo interpretare — non solo a teatro e al cinema, ma con la vita — i grandi conflitti del suo Paese. Capace di affrontare qualsiasi ruolo a patto di essere diretto da un professionista alla sua altezza, dato per spacciato e risorto più volte durante la carriera (grazie anche ai personaggi negativi, da don Vito Corleone del al colonnello Kurtz di fu la seconda o terza scelta (e la fortuna) di molti cineasti. Qui un regista ne illustra il mito. Spiegando perché fu davvero «larger than life»
Il mio film a San Vittore contro il divieto d’amare
Davide Ferrario arrivò nel 1999. Di quel lavoro ricorda il contributo di Aldo, un bellissimo matrimonio; un terribile suicidio
Ritorna «Il cacciatore»
Un film sugli Usa di Trump Di nuovo nelle sale dopo 45 anni, arriva restaurata in 4K la pellicola di Michael Cimino
Il secolo brutto
Figura imperdibile e imprendibile della cultura, il regista Werner Herzog pubblica «Ognuno per sé e Dio contro tutti», reportage della propria vita e dei propri film(«I miei libri dureranno più a lungo del mio cinema»). A Los Angeles lo incontra Davide Ferrario, anche lui cineasta, unito dalla stessa travolgente passione. Per parlare della loro arte; della visione del mondo, perché una visione c ’è sempre (soprattutto nei documentari, altro che verità!); e degli abissi del Novecento
C’è una neofisiognomica che inizia a fare paura
Il Museo del Cinema di Torino inaugura il 17 luglio una mostra che mette insieme— con un felice cortocircuito— il pittore del Re Sole, Lombroso, Ejzenštejn, gli emoji... E i big data. Le tecnologie sempre più sofisticate di riconoscimento facciale stanno componendo un gigantesco database — ci dice l’esposizione— che bisognerebbe discutere e negoziare
Pubblicità!!! Fine di un’emozione
Domenica 11 giugno 1995 l’Italia fu chiamata a pronunciarsi per dodici referendum proposti dal Partito Radicale. Votò sì alla privatizzazione della Rai (e sappiamo com’è andata); votò no alle aperture fuori orario degli esercizi commerciali (anche qui sappiamo com’è andata); e votò a favore degli spot nei film trasmessi in televisione. Fu letta come una vittoria del partito di Mediaset (Berlusconi era sceso in campo d ameno di un anno e aveva sbaragliato gli avversari). Ma in realtà si rivelò un fatto molto più significativo