Il richiamo alla sovranità popolare conferisce al concetto di patria un significato politico che nell'esperienza europea si alimenta della cultura romantica e viene consolidato dall'istruzione obbligatoria e dalle cerimonie pubbliche. Ma anche le società tribali non istituzionalizzate conoscono forme di appartenenza specifiche «a geometria variabile».
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L’umanità figlia del legno
I nostri avi vivevano sugli alberi e quando scesero ne ricavarono strumenti preziosi.
Viaggi nell’ OltreCovid
Tad (turismo a distanza) Cammino, conoscenza e scoperta. Idee che interrogano sul futuro degli spostamenti dopo la pandemia, ma anche sul modo in cui le esplorazioni cambiano la nostra storia
Il fallimento dell’illuminismo
Lo studioso francese Philippe Descola denuncia la bancarotta dell'ipotesi di un progresso continuo basato sulla crescita delle risorse materiali
«Il mondo cambia, ma la famiglia resta il vero pilastro»
L’ antropologa francese Martine Segalen sottolinea: «È un’istituzione in costante mutazione e rinnovamento. Oggi, con la pandemia, emerge anzitutto l’importanza dei legami intergenerazionali»
La reciprocità è la risorsa da riscoprire
Il tessuto della società può essere ricomposto solo superando la logica utilitaristica
L’invenzione dell’umanità
Un ebreo prussiano, Franz Boas, imparò tra gli inuit a misurarsi con lo sguardo degli altri. In questo modo scoprì la relatività delle culture. Arrivato nel 1886 in America, avviò un vasto filone di studi che mise in luce l’inconsistenza empirica del concetto di razza: non esitò neanche a mandare allievi e allieve a misurare crani tra gli immigrati nelle strade di New York
Anche i senza Stato hanno una patria
Zomia nelle lingue tibeto-birmane significa «genti di montagna»: James Scott usa la parola per indicare una vasta area nel Sudest asiatico dove risiedono popolazioni che per secoli hanno resistito alla domesticazione e all’idea di Stato. Così, per il politologo e antropologo americano, Zomia si fa metafora
Emozioni, pensieri incarnati che colgono la complessità umana
Al centro della politica di chi incita all’odio dell’altro e alla chiusura per creare un rinnovato senso di comunità, come se avere nemici e avere paura fosse l’unico modo di stare insieme
La nostalgia creatrice
Si può guardare al passato con occhi diversi: in modo regressivo, nella vana illusione di invertire la rotta, o in maniera costruttiva, per recuperare ciò che è possibile e utile rigenerare. La seconda impostazione ci può aiutare nella nostra condizione di naufraghi, dopo che la pandemia ha incrinato la prospettiva del progresso senza fine