La decisione della corte suprema sull’aborto dimostra che in tutto il mondo la conflittualità geopolitica e sociale sta cercando una valvola di sfogo in una stretta del controllo sul corpo, la sessualità e la libertà femminili.
L’intenzione del disegno di legge, del tutto condivisibile, è antidiscriminatoria. Ma il rischio è quello di incoraggiare la frammentazione identitaria già presente nella galassia femminista e lgbtq+
Difendere la sua statua significa continuare a dire che approfittare sessualmente di una schiava bambina è un comportamento plausibile. E che la democrazia si può presidiare con un’organizzazione “terroristica e segreta”
I branchi di maschi che assalgono donne non sono giustificabili in nome di niente, né nella cultura islamica né nella cultura occidentale, né fra gli immigrati di Colonia né nei campus americani o nelle scuole “bianche” italiane.