De Rita: “Si va avanti per inerzia, c’è timore del futuro e non si fanno figli la gente non vuole l’autoritarismo, se Meloni ci provasse per lei finirebbe male”
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Il labile confine tra rancore sociale e odio politico
Semantica dell’aggressività: espressione e strumento della lotta fra poteri contrapposti, diventa un fenomeno e apre una prospettiva pericolosa per il nostro livello di civiltà collettiva. Sorprende la recente entrata del termine “odio” nella dialettica politica, sia internazionale (l’ex presidente russo che dichiara “l’Occidente lo odio, e non avrò pace fino a che non sarà distrutto”) che nazionale (la scissione grillina motivata dall’odio avvertito dagli scissionisti per l’attuale dirigenza).
La potenza dell’opinione, inarrestabile e preoccupante
Inchiodati alle proprie opinioni, refrattari a livelli più alti di conoscenza, restii all’approfondimento, al confronto, alla dialettica, restiamo tutti prigionieri di livelli culturali bassi
«Credulona e razionale: dovremmo trovare una sintesi tra le due Italie che dividono il Paese»
«La società itallana non accetta salti di modernizzazione, li deve fare in maniera più graduale, lenta».
Verticalizzazione dei poteri
La «necessità» e le norme d’urgenza
Quando la politica naviga in uno spazio vuoto
Non si governa senza approfondimenti istruttori,senza corposi dossier,senza occhi vigili sulle contraddizioni, senza una adeguata tecnostruttura
La tracotanza moralistica sta stancando gli italiani
Spesso tendiamo a essere rancorosi, impauriti, rabbiosi contro «altri» che disturbino il nostro spazio di vita e di agio. Ma ora l’onda sembra ritrarsi
La fiducia nasce dal basso senza disprezzare il passato
È un pregiudizio credere che la memoria impedisca di guardare al futuro
La psicologia del Paese in un vuoto settembre di «sconcerto»
Lo stato d’animo collettivo
La politica si è ridotta a cronaca(e telecronaca)
Il progressivo appiattimento dipende probabilmente dal fatto che da lungo tempo viviamo in una sorta di perenne tensione elettorale