1870-2020 A 150 anni dalla soppressione dello Stato pontificio, abbiamo chiamato tre esperti a discuterne le conseguenze. Margiotta Broglio: la ferita si rimarginò già ai primi del Novecento, con PioX; traumi più gravi per il cattolicesimo sono stati divorzio e aborto. Traniello: nonostante il divieto vaticano i credenti furono sempre attivi nella vita pubblica italiana e posero le premesse per la stagione democristiana. Vian: la breccia alla fine fu un positivo momento di purificazione perché i cristiani non possono mai assolutizzare alcuna forma di potere politico
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La rivoluzione messa ai voti 1920, addio al biennio rosso
Una dura vertenza sindacale portò cent’anni fa all’occupazione delle maggiori fabbriche del Nord da parte degli operai. Due storici si confrontano su un episodio centrale nella vicenda della sinistra. Aldo Agosti: «Il Psi non era preparato a prendere il potere, la sua inerzia innescò la scissione del Pci». Giovanni Sabbatucci: «Sarebbe stato più logico che dal partito si fossero staccati i riformisti; una loro intesa con Giolitti forse avrebbe potuto fermare il fascismo»
E Wojtyla fondò il papato globale
A cento anni dalla nascita di Giovanni Paolo II, tre studiosi discutono sulla eredità del pontefice polacco eletto nel1978. Daniele Menozzi: «Cercò invano di conciliare cattolicesimo e nazionalismo, un suo merito è il ripudio assoluto della guerra». Cettina Militello: «La sua logica accentratrice ha contraddetto lo spirito del Concilio, ma ha saputo aprirsi alle altre religioni». Andrea Riccardi: «Ha rivendicato un’identità patriottica in chiave europea e con il mea culpa delineò un progetto riformatore. Il primo ad archiviarlo è stato Benedetto XVI»
Laboratorio Italia Così Berlusconi anticipò Trump
«La Lettura» a confronto con due studiosi stranieri, la francese Catherine Brice e il britannico David Forgacs, sulle peculiarità del nostro Paese. Il mito dell’arretratezza, il dualismo Nord/Sud, l’effetto di fenomeni come fascismo, eurocomunismo, populismo
La Repubblica dei paradossi
Roma, 1849: Tocqueville contro la prova democratica più avanzata del Risorgimento. Ministro degli Esteri, il politico autore de «La democrazia in America» giustificò l'aggressione contro i patrioti italiani
Rileggere Craxi. Il leader che restò senza progetto
A vent’anni dalla scomparsa del segretario socialista, tre storici si confrontano sulla sua opera. Chiarini: sfidò l’egemonia comunista e cercò di superare la paralisi italiana, ma poi si arrese al piccolo cabotaggio. Pons: innovatore di ampio respiro in politica estera, sul piano interno rimase prigioniero del vecchio sistema. Scirocco: accentrò il partito e non riuscì a sfondare elettoralmente. Fino a Tangentopoli e all’autoesilio di Hammamet
Minaccia o risorsa? Dove ci spinge l’ ondata populista
Confronti. Tre studiosi,Roberto Biorcio, Loris Zanatta e Marco Tarchi, discutono del fenomeno politico emergente della nostra epoca, trasversale rispetto alla distinzione storica tra destra e sinistra. L’appello all’unità del popolo mina il pluralismo, ma il forte richiamo alla sovranità dei cittadini risponde a un principio basilare della democrazia. Così si combinano un immaginario religioso antico e gli effetti innovativi della globalizzazione
I diritti contro lo stragismo La nostra lotta per il lavoro
Esponente socialista, più tardi segretario generale della Uil, cinquant’anni fa Giorgio Benvenuto guidava la federazione dei metalmeccanici(Uilm). Ricorda: «Nelle industrie c’era un grande disagio, la violenza spaccava il Paese, vinse la responsabilità»
Il futuro del lavoro
Ex deputato dei Verdi, oggi presidente della municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin ha appena pubblicato un romanzo — «Cracking» — che è la storia di un operaio di Porto Marghera, quindi di uno dei poli simbolici dell’industrializzazione italiana, ora in gran parte dismesso. Il punto è proprio questo, dice Bettin: l’Italia non ha più una politica industriale. Per discutere di rilancio produttivo, di leggi sul lavoro, di welfare, di ambiente, «la Lettura» ha invitato anche il politologo Maurizio Ferrera e il segretario della Cgil Maurizio Landini
Emilio Gentile: il fascismo oggi non è la vera minaccia
Secondo lo storico urne deserte e diritti violati sono il vero problema