Edgar Feuchtwanger, ebreo, nato nel 1924, dal 1929 al 1939 è vissuto a Monaco nei pressi dell’abitazione privata del capo nazista. «Lo vidi la prima volta nel 1933. Mi guardò con una certa benevolenza»
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Thatcher: la mia crociata per il mercato
Intervista postuma alla premier più controversa
1931-1945 La Seconda (lunghissima) guerra mondiale
Lo storico inglese Richard Overy spiega perché anticipa l’inizio del conflitto all’invasione giapponese della Manciuria
Le origini rivoluzionarie delle nazioni
Il richiamo alla sovranità popolare conferisce al concetto di patria un significato politico che nell'esperienza europea si alimenta della cultura romantica e viene consolidato dall'istruzione obbligatoria e dalle cerimonie pubbliche. Ma anche le società tribali non istituzionalizzate conoscono forme di appartenenza specifiche «a geometria variabile».
Intervista a Churchill
Dal primo gennaio il Regno Unito non fa più parte dell’Unione Europea: questo ha prodotto e produrrà conseguenze politiche, economiche, forse anche culturali. Nel frattempo storici e commentatori britannici hanno preso a darsele di santa ragione (come scrive Luigi Ippolito nelle pagine successive) con libri e articoli che esaltano le ragioni della splendida insularità o, viceversa, la necessità di un ancoraggio continentale. Per capire la natura imperiale e antropologica della Brexit e delle isole britanniche c’è un personaggio che più di tutti ha interpretato e guidato lo spirito inglese. La lucidità delle sue parole è ancora sorprendente: sul giacobinismo referendario, sulla democrazia parlamentare, sulle leadership politiche, sulla guerra e sulla pace
Churchill e la Brexit Il perdente che salvò la libertà e l’Europa
Cinico e idealista, segnato dalla sconfitta di Gallipoli, trovò nel1940 l’occasione per far valere tenacia e visione strategica. Credeva nella missione continentale di Londra, l’uscita del regno dall’Ue ne sconfessa l’eredità
La fantasia non aiuta a conoscere la storia
Dal dibattito pubblicato su «la Lettura» della scorsa settimana tra Falcones, Lemaitre e Scurati, emerge a tratti la tendenza a relegare la storiografia in un ruolo gregario, a vedere negli studiosi i portaborracce dei romanzieri. Ma chi deve ricostruire la verità dei fatti e si rivolge alla comunità scientifica ha obblighi che non possono essere elusi e sottovalutati: diversi da quelli di autori che rispondono soltanto ai lettori e all’editore
Un’allergia alla libertà più antica del fascismo
Si continua a ripetere, come ha fatto Antonio Scurati, che il regime mussoliniano «è dentro di noi». Ma la visione pseudo-antropologica che richiama una sorta di peccato originale degli italiani non appare convincente. Il vero problema è la scarsa attenzione verso i diritti individualiche ha caratterizzato le principali correnti politiche, compreso il movimento operaio di matrice marxista