Un mondo di homines oeconomici con prospettive che non eccedono la loro esistenza terrena, non è capace di edificare opere grandi, né di vero risparmio che ha la sua radice profonda anche nella consapevolezza che la vita delle nostre opere e dei nostri figli deve essere più lunga e grande della nostra.
Profonda analogia tra il carismatico e l’artista: sono entrambi “servitori” di un daimon, di uno Spirito, obbediscono a una voce, sanno vincere la morte.
Le grandi innovazioni non si apprendono in nessuna scuola. Hanno bisogno di vocazioni, e quindi di quella risorsa sempre più scarsa e consumata dal nostro capitalismo: la gratuità.