La prima creatività che genera organizzazioni e comunità a un certo punto inizia a produrre al suo interno gli anticorpi per proteggersi da nuove creatività e innovazioni che sarebbero essenziali per farle continuare a vivere. Eppure la storia e il presente ci dicono che qualche volta movimenti e imprese fioriscono dopo la morte del fondatore, le comunità risorgono con un passaggio generazionale altrettanto creativo
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Lo spirito delle differenze
Il futuro umano è creatività, non cinica omologazione
Forte è la fiducia vulnerabile (Oltre le «caste»)
La cultura delle grandi imprese globali oggi cerca l’impossibile: vuole la creatività dai lavoratori senza accogliere la vulnerabilità delle relazioni. Ma la sussidiarietà e la fiducia funzionano veramente quando sono rischiosi e vulnerabili. Il grande mezzo per eliminare la vulnerabilità nelle comunità è sempre stata l’immunità. E l’immunità è oggi la nota principale delle grandi imprese capitalistiche dove il manager è colui che collega i tra loro intoccabili.
Le tenaglie dell’ingratitudine
I dirigenti delle grandi imprese si trovano schiacciati dentro una vera e propria morsa relazionale cui non riescono a dare un nome. Da una parte sono oggetto di un’infinita domanda di riconoscimento e di riconoscenza che proviene dai loro lavoratori. Dall’altra, questi manager non trovano riconoscimento-riconoscenza per il loro proprio lavoro. Ci servirebbero nuovi manager umanisti, meno tecnici e più esperti in umanità.
Cultura manageriale : organizzazione di consumo
La cultura manageriale sta diventando una vera e propria ideologia globale, implementata capillarmente dalle multinazionali e dalle società globali di consulenza. Il grande e pericoloso bluff delle organizzazioni del capitalismo di ultima generazione si nasconde nell’uso di registri simbolici e motivazionali dello stesso tipo di quelli a lungo utilizzati solo da patrie e fedi, ma snaturandoli e ridimensionandoli radicalmente.
Giovani e poveri le radici dello sviluppo
Le innovazioni cruciali germinano tra giovani e poveri Oggi c’è tutto un pullulare
di nuova economia che ha bisogno di nuove istituzioni finanziarie che sappiano vederla, riconoscerla come buona, darle fiducia e, infine, credito.
È meticcio il genio del futuro
La qualità della nuova fase del libero mercato dipenderà da quale economia sarà capace di assorbire e valorizzare l’energia giovane che si sta sprigionando dentro e fuori il web. L’economia civile non deve più ricorrere ai soli vocabolari dell’etica e dell’altruismo. Occorrono parole e percorsi capaci di attrarre giovani creativi che rischiano di finire alla corte del capitalismo finanziario.
Nessun liberatore si fa mai re
Il mondo vivrà finché continueremo a liberare qualcuno dalla schiavitù, e finché cammineremo verso una terra promessa da donare ai figli e ai nipoti, ai giovani di oggi e di domani. La felicità più importante non è la nostra, ma quella dei figli di tutti.
Il lavoro è già terra promessa
Il lavoro vero è uno solo: mani a servizio dell’intelligenza e intelligenza a servizio delle mani. Lo spirito riempie il mondo grazie al lavoro umano. Basterebbe solo questa verità per guardare diversamente il lavoro e i lavoratori.
C’è un velo che svela il falso
Il vero profeta serve sempre una parola che non è la sua