Forte è la fiducia vulnerabile (Oltre le «caste»)

La cultura delle grandi imprese globali oggi cerca l’impossibile: vuole la creatività dai lavoratori senza accogliere la vulnerabilità delle relazioni. Ma la sussidiarietà e la fiducia funzionano veramente quando sono rischiosi e vulnerabili. Il grande mezzo per eliminare la vulnerabilità nelle comunità è sempre stata l’immunità. E l’immunità è oggi la nota principale delle grandi imprese capitalistiche dove il manager è colui che collega i tra loro intoccabili.

Le tenaglie dell’ingratitudine

I dirigenti delle grandi imprese si trovano schiacciati dentro una vera e propria morsa relazionale cui non riescono a dare un nome. Da una parte sono oggetto di un’infinita domanda di riconoscimento e di riconoscenza che proviene dai loro lavoratori. Dall’altra, questi manager non trovano riconoscimento-riconoscenza per il loro proprio lavoro. Ci servirebbero nuovi manager umanisti, meno tecnici e più esperti in umanità.

Cultura manageriale : organizzazione di consumo

La cultura manageriale sta diventando una vera e propria ideologia globale, implementata capillarmente dalle multinazionali e dalle società globali di consulenza. Il grande e pericoloso bluff delle organizzazioni del capitalismo di ultima generazione si nasconde nell’uso di registri simbolici e motivazionali dello stesso tipo di quelli a lungo utilizzati solo da patrie e fedi, ma snaturandoli e ridimensionandoli radicalmente.

È meticcio il genio del futuro

La qualità della nuova fase del libero mercato dipenderà da quale economia sarà capace di assorbire e valorizzare l’energia giovane che si sta sprigionando dentro e fuori il web. L’economia civile non deve più ricorrere ai soli vocabolari dell’etica e dell’altruismo. Occorrono parole e percorsi capaci di attrarre giovani creativi che rischiano di finire alla corte del capitalismo finanziario.