Globalizzazione, finanza e cambiamento degli equilibri di potere

Capitalismo e democrazia. La globalizzazione, e in particolare la mobilità dei capitali, aumentando la possibilità per le grandi imprese di minacciare e attuare exit, ha accresciuto il potere dei manager delle grandi corporations e dei fondi di investimento che spesso le controllano, e ha tolto voice ai lavoratori e spazio di manovra ai governanti, rendendo più difficile introdurre forme di partecipazione dei lavoratori e degli altri stakeholders alle decisioni di impresa.

L’illusione liberista

Il progetto liberista ha cercato e tuttora cerca di realizzare non solo un’economia di mercato, ma una società che, in definitiva, si risolve nel mercato. Una “ideologia di mercato” per la quale i rapporti sociali sono irrilevanti se non mediati dal mercato, mentre le istituzioni politiche vengono guardate e valutate solo in base agli interessi economici di individui egoisti, senza alcuno spazio per concetti come lo “spirito pubblico” e il “bene comune”.

Il prezzo del galleggiamento

La manovra sull’Imu si può sintetizzare in meno tasse sul patrimonio e più sull’abitare, meno certezze sulle entrate dei comuni e più tempo per il Governo. Aumentano anche le distorsioni e l’iniquità fiscale. Non è di questo che ha bisogno l’Italia.

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