Cresce il divario tra ricchi e poveri e il pianeta è diviso tra possidenti, consumatori ed esclusi. Ma la globalizzazione ha raggiunto i suoi limiti. E non resta che l’utopia.
Si parla di Apocalisse tutte le volte in cui la Storia subisce, come nel tempo che stiamo vivendo, accelerazioni improvvise. Ma se, più che un concetto negativo, fosse da intendersi come la nascita di una nuova consapevolezza?
Gli spazi di anonimato, le finzioni dell’immagine e le menzogne dei consumi possono essere anche gli spazi dell’incontro, del possibile avvenimento, dell’attesa e della speranza? La risposta dell’antropologo