L’ arcipelago dell’italiano

La nostra lingua è viva, cambia, evolve, si adatta ai contesti e alla storia di chi la parla (o la scrive, o la digita). Si tratta di un fenomeno che non deve allarmare, perché è fisiologico e non patologico. Ancora si fronteggiano un modello «normativo», basato appunto sulla norma appresa a scuola, e uno «normale», che si riferisce all’ uso di tutti i giorni. Ma in un idioma reale, condiviso da quasi tutta la popolazione in quasi tutte le circostanze, la regola si dissemina in una pluralità di regole

La lingua dell’odio

Le parole sono diventate il campo di battaglia della politica, il «noi» contro «voi», e la categoria del politicamente corretto appare inadeguata ad affrontare la questione. Meglio pensare a un uso civilmente responsabile o umanamente rispettoso dell’italiano, allora. Perché ciò che si verifica, come mostriamo in queste pagine, è una normalizzazione dell’aggressività

La legge della via di mezzo

A lungo i concetti di verità ed errore mutuati dalle scienze sono stati applicati ai comportamenti umani, facendo sì che «normale» significasse «corretto». Con la lingua, che è una sorta di organismo vivo e dinamico, è accaduta un po ’ la stessa cosa: la «regola» ha a lungo prevalso. Adesso però tocca considerare l’ uso reale e diffuso di certe forme e grafie e tenere conto di una sorta di «media»