La dinamica del differenziale tra le retribuzioni dei top manager e le retribuzioni medie in italia (Eliana Viviano – Banca D’Italia)

Abstract In Italia, in base ai dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nel 2010 i dirigenti erano il 2,6 per cento degli occupati dipendenti; la loro retribuzione netta…

Abstract

In Italia, in base ai dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nel 2010 i dirigenti erano il 2,6 per cento degli occupati dipendenti; la loro retribuzione netta media mensile era oltre 2 volte superiore rispetto a quella degli altri occupati dipendenti. Lo studio della struttura retributiva dei manager e del differenziale retributivo rispetto agli altri lavoratori non può però essere effettuato sulla base della sola retribuzione mensile netta, verosimilmente riconducibile alla parte fissa dei compensi percepiti: la retribuzione dei manager infatti si articola in varie componenti, volte a remunerare diversi aspetti non solo della posizione lavorativa occupata, ma anche del lavoratore in quanto tale e della sua performance. È perciò necessario ricorrere a banche dati specifiche che consentano l’analisi di tutte le principali voci retributive.
In questo lavoro l’analisi delle retribuzioni dei manager italiani è condotta mediante l’uso di banca dati fornita da Hay Group, impresa leader mondiale nella consulenza sulle retribuzioni, per il periodo 2000-2008. Questa banca dati contiene informazioni a livello individuale sui dirigenti, i quadri e gli impiegati delle principali imprese italiane del settore industriale e dei servizi non bancari. Il campione di lavoratori analizzato si caratterizza perciò per una retribuzione media verosimilmente più elevata di quella pagata nelle imprese più piccole.
Secondo i dati di Hay Group nel 2008 un dirigente di una grande impresa italiana percepiva in media una retribuzione lorda annuale pari a circa 130.000 euro, un “quadro” guadagnava circa 60.000 euro e un impiegato 40.000. La retribuzione variabile ammontava a circa il 13 per cento del totale per la prima tipologia di lavoratori, all’8 per cento per la seconda e al 6 per cento per la terza.
In Italia lo strumento delle stock option non appare nel complesso molto diffuso: considerando solo un campione di imprese che effettivamente adottano tali piani di compensazione, risulta che nel 2008 questi diritti sono stati assegnati solo al 5 per cento dei dirigenti. L’importo medio delle stock option è però piuttosto elevato: in valore queste hanno raggiunto nel 2008 il 30 per cento della retribuzione totale annua.
Rispetto al 2000 la retribuzione dei manager è aumentata di oltre il 30 per cento in termini nominali, del 24 per cento per i quadri e gli impiegati. L’incremento è stato determinato dalla marcata crescita della parte variabile della retribuzione, mentre l’evoluzione della parte fissa è stata nel complesso simile per tutte le categorie qui considerate. L’ampliarsi del divario tra la retribuzione dei manager e quella degli altri white collars è quindi verosimilmente dipendente dalla sempre più intensa adozione da parte delle imprese italiane di schemi che leghino la retribuzione alla performance aziendale.

*  Questa presentazione si basa su alcuni risultati del lavoro “Demand and supply determinants of manager compensation” scritto con Emanuela Ciapanna (Banca d’Italia) e Marco Taboga (Banca d’Italia). Le opinioni qui espresse sono riferibili all’autore e non impegnano l’Istituto di appartenenza.

La dinamica del differenziale tra le retribuzioni dei top manager e le retribuzioni medie in italia – Elena Viviano (Banca d’Italia)

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