I bambini giocano alla guerra è il titolo della serata che abbiamo organizzato per ricordare Roberto a 52 anni dalla sua uccisione davanti all’Università Bocconi.
Un incontro in cui sono stati toccati temi diversi ma uniti da un filo rosso che passa dalle poesie di Roberto (lette da Elio De Capitani nel video di Anna Frigo), attraversa l’intreccio dei tessuti ricchi di storie che vogliono dare vita a un’Ombra di tutti nel progetto ideato da Patrizio Raso (con interventi dell’artista e di Marco Scotini), e arriva alle riflessioni sulla guerra e come difendere e diffondere una cultura di pace con gli interventi di Francesca Albanese, Benedetta Argentieri, Simonetta Gola e Giuseppe Mazza (coordinati da Claudio Jampaglia).
Guarda il video di sintesi della serata, condividilo e aiutaci a tenere viva la memoria attraverso occasioni di impegno e consapevolezza.
Alcuni spunti dalla serata
Presentazione video di “Ombra di tutti”
Chiediamo quindi il tuo aiuto: puoi sostenere il progetto tramite una donazione facendo un bonifico sul conto corrente intestato a Fondazione Roberto Franceschi Onlus c/o Intesa Sanpaolo
IBAN: IT07S0306909606100000013636 – Causale: progetto “Ombra di tutti”
oppure puoi cliccare qui per scoprire tutte le modalità di donazione.
Intervento di Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati
Mentre vi trovate riuniti in questa sala, il popolo Palestinese continua a vivere le drammatiche conseguenze non solo del genocidio perpetrato da Israele negli ultimi 15 mesi a Gaza, ma di un occupazione che dura decenni. Il 70% delle case e dell infrastruttura a Gaza è distrutto. 46 mila persone sono state uccise dalle bombe e dai cecchini israeliani – di questi, 18mila bambini (senza contare i dispersi, chi subisce gli effetti della mancanza di cibo e di adeguate cure sanitarie). Gaza è stata resa inabitabile dalle vessazioni e dai bombardamenti a tappeto dell esercito israeliano, e mentre i bombardamenti si sono momentaneamente fermati, la repressione in altre parti del Territorio Palestinese Occupato si aggrava: a Jenin, in Cisgiordania, 12 palestinesi sono stati uccisi solo negli ultimi giorni. ma sono ormai 850 quelli uccisi in questa parte del territorio occupato in 15 mesi soltanto. quasi 200 i bambini. perchè? e perchè non se ne parla? contano forse di meno le vite dei palestinesi? siamo ancora a questo punto ignobile della storia umana?
Nonostante la fragile tregua attualmente in corso permetta alla popolazione di Gaza di respirare (mentre le morti continuano, due palestinesi sono stati uccisi solo oggi e 100 da sabato), l’attenzione della comunità internazionale deve rimanere alta. Il cessate il fuoco rappresenta solo un primo, fondamentale, passo, una misura indispensabile per fermare l’emorragia di umanità causata dallo Stato di Israele e dall’impunità garantita dagli Stati Occidentali (e l’Italia non è esente). Il cammino verso la liberazione e l’autodeterminazione del popolo palestinese è ancora lungo e richiede la solidarietà e la pressione collettiva di tutti gli attori sociali, di ognuno di noi.
Grazie di cuore per essere qui questa sera, per dimostrare con la vostra presenza l’interesse verso l’Altro, in un periodo storico in cui sentire il dolore altrui come il proprio – ed assumersene la responsabilità – sembra essere ormai visto come un vulnus e non il cuore pulsante della nostra comune umanità.
Grazie e Restiamo Umani.
Francesca Albanese, 23 gennaio 2025
La solitudine della pace. Resistere alla nuova propaganda di guerra – Intervento di Giuseppe Mazza
Cosa vuole da noi la propaganda di guerra? Certo non pensa più di poterci far partire per il fronte e da tempo ha rinunciato a poetare su quanto sia dolce morire per la patria. Ai suoi cantori basta guardare i sondaggi per capire che non è aria. No, c’è qualcos’altro che con la sua pressione si cerca di ottenere. Come scrisse Noam Chomsky, la propaganda vuol farti sentire una persona “impotente, isolata, tagliata fuori”. Il bombardamento mediatico in favore del bellicismo può dire cioè di aver avuto successo ogni singola volta che un sentimento pacifico fatica a esprimersi e viene deriso, considerato parola vuota. E il suo trionfo si misura su ogni persona ritiratasi nel dolore privato davanti allo spettacolo tragico delle guerre, perché trova impossibile articolare il proprio rigetto, mentre retoriche militariste spudorate rompono ogni argine, invadono i media e spadroneggiano nei discorsi comuni… [continua].
Scrivi un commento