A cura del Gruppo CRC
In occasione dell’anniversario della ratifica della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) da parte dell’Italia, e a sei mesi dalla pubblicazione dell’Agenda per l’infanzia e l’adolescenza a cura del Gruppo CRC, il Network prova a fare il punto, e ne discute nel corso di un evento organizzato il 30 maggio all’interno del Festival ASviS, per capire a che punto siamo nella presa in carico dei 10 obiettivi individuati nel documento, in cui sono state proposte una serie di azioni ritenute prioritarie e non più rinviabili per rendere concreto l’impegno verso le nuove generazioni.
Partendo dall’analisi contenuta nel 12° Rapporto CRC, l’Agenda prevede infatti 10 passi fondamentali per invertire la rotta e la richiesta che possano essere posti al centro dell’agenda politica del nuovo Governo. In questi mesi sono state avviate interlocuzioni con diverse amministrazioni a livello centrale per sollecitare alcune azioni e per comprendere se le tematiche considerate prioritarie per le oltre 100 associazioni del Gruppo CRC sono attenzionate anche a livello politico.
Rispetto ad alcuni temi si possono cogliere degli sviluppi e sicuramente ci sono delle questioni che sono entrate nel dibattito pubblico, anche se la cornice di riferimento dovrebbe essere sempre quella dei diritti dell’infanzia e la loro effettività esigibilità su tutto il territorio nazionale e per tutti.
NATALITÀ E SUPPORTO ALLA GENITORIALITÀ
In questi sei mesi la parola “natalità” è entrata nel dibattito politico e pubblico: si sono da poco conclusi gli Stati Generali della Natalità, ed alla camera è stato costituito l’intergruppo parlamentare “Sfida demografica: natalità e longevità”. Sicuramente il Dipartimento per le politiche della famiglia ha posto il tema della “natalità” come centrale nella propria programmazione, e la Ministra ha annunciato in diversi interventi pubblici un imminente Piano per contrastare l’inverno demografico che affligge il nostro Paese. In particolare, nel corso dell’audizione presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali, Lavoro e Affari sociali della Camera, presentando le Linee programmatiche del suo Dicastero ha ribadito che per un’effettiva parità di genere occorre pensare ad un’organizzazione del lavoro che non penalizzi la maternità. I primi passi mossi da questo Governo – in continuità con quanto realizzato nel 2022 grazie al Family Act e al PNRR – riguardano l’intervento sui congedi parentali nella Legge di bilancio, la decontribuzione per l’assunzione delle donne, il codice di autodisciplina per le imprese su cui è stato avviato un confronto con le parti sociali e che affianca il codice per la parità di genere del PNRR.
Nel frattempo, ad aprile, l’ISTAT ha pubblicato i nuovi dati che registrano nel 2022 un’ulteriore diminuzione delle nascite che, per la prima volta dall’unità d’Italia, scendono sotto la soglia delle 400mila unità, attestandosi a 392.598. Per uscire dalla “trappola demografica”, che come ben evidenziato da diversi statistici non è un destino ineluttabile, occorre subito una strategia chiara ed integrata, in grado di orientare le politiche e le azioni in modo da favorire la realizzazione dello scenario meno drammatico.
Il Gruppo CRC riconosce nel significativo calo della natalità in corso da anni e nelle ancora più preoccupanti prospettive demografiche per gli anni a venire una questione di primaria rilevanza per l’Italia, con implicazioni negative sul piano economico, sociale e culturale. Coerentemente con l’approccio legato ai diritti dell’infanzia, il Gruppo CRC sottolinea tuttavia che si tratta di mettere in campo politiche e interventi che siano non solo in grado di supportare nei giovani l’intenzione e la possibilità di generare, ma di assicurare a tutti i nuovi nati itinerari di crescita e sviluppo adeguati alle loro potenzialità. In altre parole, i bambini hanno anche il diritto di crescere bene.
In particolare nei primi anni di vita, il determinante più importante per crescita e sviluppo, come riconosciuto da una gran mole di studi, è l’ambiente familiare, quindi le conoscenze e le competenze genitoriali. I due aspetti, generatività e genitorialità, vanno affrontati assieme. Accanto dunque a politiche finalizzate ad assicurare adeguate risorse economiche, servizi educativi di qualità, congedi di paternità equiparati a quelli di maternità e congedi parentali adeguati sia per le madri che per i padri, occorre attivare interventi finalizzati all’accompagnamento dei genitori, tutti, a partire dal periodo prenatale e poi in tutte le fasi evolutive, con particolare attenzione all’adolescenza, con il concorso dei diversi servizi e delle varie figure professionali impegnate nei punti nascita, nei consultori familiari, nella pediatria di libera scelta, nei servizi educativi per la prima infanzia, nei servizi culturali, affinché siano informati sui compiti evolutivi del bambino, sostenuti nella loro capacità di promuovere lo sviluppo con attività semplici praticabili nell’ambiente familiare, così come ormai raccomandato dalle maggiori organizzazioni internazionali e realizzato da alcune progettualità già in atto.
POVERTÀ MINORILE
La preoccupazione del Gruppo CRC in merito all’attuazione delle specifiche azioni previste dal Piano di Azione Nazionale per la Garanzia Infanzia (PANGI), alcune previste già per il dicembre 2023, è grande. Il PANGI è stato inviato alla Commissione Europea nel marzo 2022 in ottemperanza a quanto previsto dalla Garanzia europea per l’infanzia, ovvero la raccomandazione con cui la Commissione mira a garantire in tutta Europa l’assistenza sanitaria, istruzione gratuita, un’abitazione dignitosa e un’alimentazione adeguata ad ogni minorenne a rischio di povertà ed esclusione sociale.
Occorre infatti rilevare che in questi mesi non è stato più riconvocato il Gruppo di lavoro “Politiche ed interventi sociali in favore dei minorenni in attuazione della Child Guarantee”, costituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e di cui fanno parte anche associazioni del Terzo Settore che dovrebbero essere coinvolte – come suggerito dalla Raccomandazione Europea – anche nella fase di monitoraggio. Non risulta essere mai stata convocata neppure la Cabina di regia prevista dallo stesso Piano ed istituita per decreto nell’autunno 2022 e che coinvolge quattro ministeri (Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Dipartimento per le politiche della famiglia, Ministero dell’Istruzione, Ministero della Salute) le regioni e i Comuni. Il Piano prevede anche la figura del coordinatore nazionale della Garanzia Infanzia, che ha il compito di garantire il coordinamento necessario per mettere a sistema le azioni e le amministrazioni coinvolte, e che dovrebbe essere dotato delle risorse e di un mandato adeguati per coordinare e monitorare efficacemente l’attuazione del Piano. La coordinatrice ha ufficializzato le proprie dimissioni in aprile. In una nota congiunta la Ministra del Lavoro e Politiche Sociali e la Ministra per la Famiglia hanno tenuto a rassicurare sul fatto che verrà designata quanto prima la nuova figura di coordinamento, che ci auguriamo possa partecipare alla prossima riunione europea dei coordinatori nazionali prevista per il prossimo 20 giugno.
Presso il Ministero del lavoro e Politiche sociali, in seno alla Rete per la protezione e l’Inclusione sociale, è stato costituito inoltre il sottogruppo del Comitato tecnico per la elaborazione del Piano sociale nazionale dedicato all’accompagnamento nell’attuazione del PANGI composto da rappresentanti delle Regioni e dei Comuni.
Nel merito della povertà minorile, grande attenzione è riservata all’attuale fase di conversione in legge del Decreto Legge del 4 maggio 2023, n. 48. La riforma prevede per le famiglie con minorenni il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno per Inclusione (Adi), fortemente orientato a fornire una particolare protezione alle famiglie con specifiche responsabilità legate alla minore età dei figli o alle limitazioni fisiche dei propri componenti rispetto al resto della popolazione. Si auspica, come pare di intravedere da alcune anticipazioni, che l’Assegno unico per i figli a carico, non rappresenti più un’integrazione, come era previsto con il Reddito di Cittadinanza, ma possa essere cumulato all’Adi.
La misura è ancora in via definizione, ma in merito alla messa in opera si sottolinea la necessità di definire il più possibile gli strumenti previsti per l’accompagnamento ai servizi, in particolar modo da parte delle equipe multidimensionali, strutturandole e indicandone funzioni, responsabilità e composizione, regolamentandole in una cornice normativa e operativa nazionale che ne garantisca interazione con i servizi delle diverse amministrazioni e preveda la partecipazione del territorio.
AMBIENTE E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Per quanto riguarda il coinvolgimento delle persone di minore età come stakeholders e agenti di cambiamento nel fronteggiare la crisi climatica, il governo italiano si è dimostrato particolarmente attento al tema della partecipazione giovanile attraverso la promozione dell’iniziativa Youth4Climate, che per la terza edizione ospiterà a Roma ad ottobre 2023 oltre 150 giovani provenienti da tutto il mondo, selezionati sulla base di proposte progettuali sui temi di energia, educazione, resilienza urbana e sistemi alimentari. Tuttavia tale iniziativa non prevede per questa edizione il coinvolgimento dei minorenni che rimangono così esclusi dalla possibilità di portare le loro idee e soluzioni per affrontare la crisi climatica. Il governo si è inoltre dimostrato disponibile ad ascoltare minori e giovani italiani provenienti da diverse realtà giovanili durante vari appuntamenti promossi dalla società civile nel corso del 2022, prima, durante e dopo la COP27. Tuttavia riteniamo importante attivare in Italia un meccanismo istituzionale stabile che assicuri la partecipazione inclusiva e significativa alle politiche e processi decisionali in ambito climatico e che permetta la loro inclusione nelle delegazioni nazionali ufficiali ai processi globali sul tema. Tale raccomandazione si estende, al di là delle politiche climatiche, al più ampio raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, come auspicato dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che attendiamo venga approvata dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE).
GOVERNANCE E CULTURA DELL’INFANZIA
Nel merito dei luoghi deputati al coordinamento delle politiche per l’infanzia si segnala che l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha finito il proprio mandato a febbraio 2023 senza essere stato riconvocato, ma sono state avviate le procedure per l’insediamento del nuovo Osservatorio, che auspichiamo venga costituito quanto prima per avviare il monitoraggio dell’attuazione del 5° Piano nazionale Infanzia e adolescenza. L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile è stato invece riconvocato una volta a gennaio 2023, e ha presentato il lavoro che intende svolgere in tema di raccolta dati.
In Parlamento invece non è stata ancora nominata la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, e la sollecitazione rivolta dal Gruppo CRC ai Presidenti di Camera e Senato nonché l’appello dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza, sono rimasti inevasi.
PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE
È fondamentale che il percorso di partecipazione avviato e ancora ai primi passi possa consolidarsi e trovare riscontro in procedure e norme, luoghi e spazi a misura di ragazzo/a, dedicati non solo al confronto e ascolto da parte delle istituzioni a livello nazionale e locale ma anche all’ingaggio concreto delle persone minorenni in processi trasformativi e migliorativi della qualità della loro vita. Non essendo stato ancora riconvocato l’Osservatorio nazionale infanzia, non è stato intrapreso un monitoraggio anche rispetto all’attuazione delle Linee Guida per la partecipazione di bambine e bambini e ragazze e ragazzi adottate in tale sede che prevedono indicazioni operative mirate all’ascolto e al coinvolgimento istituzionale dei bambini e delle bambine.
L’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA) è impegnata sul tema della partecipazione avendo in corso un lavoro con la Consulta delle Associazioni per la produzione di un Vademecum, e con la Consulta Nazionale dei Ragazzi e delle Ragazze.
Lo Youth Advisory Board (YAB) , composto da 25 membri dai 14 ai 21 anni di diversa provenienza geografica, sociale e culturale, e costituito a dicembre del 2022 dal Dipartimento per le politiche della famiglia, assieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed in collaborazione l’UNICEF, continua ad essere operativo, e si è riunito in diverse occasioni per prendere parte ai processi decisionali ponendosi quale momento permanente per la partecipazione attiva delle ragazze e dei ragazzi.
In questo quadro di opportunità a differenti livelli si evidenzia la necessità di porre in essere strategie di sintesi e coordinamento e di azione il più possibile unitaria ad evidenza nazionale.
L’IMPORTANZA DEI DATI
Il nostro Paese ha tuttora un sistema di raccolta dati incompleto e frammentario, che lascia del tutto scoperte alcune aree e non permette la confrontabilità dei dati raccolti tra le differenti Regioni. Il Comitato Onu ha più volte raccomandato all’Italia (CRC/C/ITA/CO/5-6, punto 9) di migliorare il sistema di raccolta dati, in particolare il sistema informativo dei servizi sociali (SIUSS). Anche il Piano di Azione Nazionale della Garanzia Infanzia (PANGI) ha evidenziato come la mancanza di dati renda difficile la corretta valutazione di alcune delle popolazioni target di beneficiari e ancor più dei servizi da garantire.
Interessante il lavoro in corso da parte dell’Istituto degli Innocenti relativamente all’ “Indice del benessere delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi in Italia, nelle ripartizioni territoriali e nelle regioni”. Si tratta di un indicatore, la cui metodologia è consultabile sul sito, realizzato a partire da 18 indicatori appartenenti a 7 diversi domini: promozione e prevenzione; accoglienza e tutela; educazione e inclusione; equità tra generazioni; conciliazione fra lavoro e cura; benessere percepito; qualità delle politiche. È possibile consultare i dati attraverso vari criteri, quali l’area geografica, l’anno di riferimento e lo scostamento dalla media nazionale ed è anche disponibile un profilo evolutivo temporale del territorio selezionato.
Per quanto riguarda il sistema S.In.Ba (Sistema informativo sulla cura e la protezione dei bambini e delle loro famiglie), che ancora non è completo, la messa a regime permetterebbe sul fronte dell’informazione riservata ai bambini e ai ragazzi allontananti dalla famiglia di origine di completare il disegno complessivo previsto nel SIUSS per il quale al quadro informativo puntuale su ciascun soggetto di minore età rilevabile dal SINBA si può ricollegare a livello di ambito territoriale il quadro dell’offerta di servizio fotografata dall’ulteriore sistema informativo SIOSS (Sistema informativo dell’offerta dei servizi sociali). Nel 2023 sarà inoltre realizzata la nuova indagine campionaria (l’ultima risale al 2016).
L’Italia non ha una raccolta epidemiologica su abuso e maltrattamento, tant’è che nel 2020 non ha partecipato al rapporto dell’Oms che ha invece indagato la situazione in 155 paesi. L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, nel corso della plenaria di gennaio ha anticipato il lavoro che si intende portare avanti per definire la banca dati, con il supporto dell’Istituto degli Innocenti, organizzando le informazioni provenienti dalle diverse fonti.
In merito alla Banca Dati dei minori adottabili e dei coniugi “aspiranti all’adozione nazionale e internazionale” prevista dall’art. 40 comma 2, Legge 149/2001, il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità ha confermato le criticità che ne inficiano la piena operatività. Auspichiamo che nel prossimo futuro si avvii una riflessione che porti al superamento degli ostacoli strutturali attuali, arrivando finalmente alla sua operatività.
RIFORMA DELLA LEGGE SULLA CITTADINANZA
Il Gruppo CRC reitera l’invito al Parlamento di approvare una legge di riforma della Legge 91/1992 che faciliti l’acquisto della cittadinanza italiana per i minorenni di origine straniera. Infatti anche se sono state presentate diverse proposte di legge in materia non è stato avviato l’esame di nessuna di esse. Auspichiamo quindi che venga calendarizzata quanto prima la discussione in aula.
Il tessuto demografico e socio-culturale del nostro Paese è profondamente cambiato dal 1992 anno a cui risale la legge sulla cittadinanza ed alcune di quelle disposizioni sono diventate non solo obsolete ma anche, nei fatti, discriminatorie. In base ai dati del Ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2020/2021 le scuole italiane hanno accolto 865.388 studenti di cittadinanza non italiana, di cui il 65,4% nato in Italia.
EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITÀ E ALLA CITTADINANZA DIGITALE
Educazione all’affettività, educazione di genere e educazione alla cittadinanza digitale sono aspetti specifici di una medesima consapevolezza: per prevenire forme di violenza di genere e abusi sessuali occorre diffondere un’educazione alla sessualità e all’affettività rispettosa dell’altro/a, sia nell’online che nell’offline. Ratificando la Convenzione di Istanbul, nel 2013, l’Italia si è impegnata a promuovere il superamento degli stereotipi di genere, attraverso un’educazione che dovrebbe riguardare ogni livello di istruzione. Tanto il 5° Piano Nazionale Infanzia e adolescenza, quanto il Piano di Azione Nazionale della Garanzia Infanzia (PANGI), prevedono un’azione per la promozione dell’educazione all’affettività, alla sessualità e alla parità di genere.
Il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione e del Merito hanno lavorato adattando la matrice OMS al contesto italiano per la definizione di “Linee di indirizzo nazionali per l’educazione all’affettività, sessualità e salute riproduttiva”. Ci auguriamo vivamente che tale percorso possa trovare al più presto una formalizzazione attraverso il completamento dell’iter necessario per la sua adozione, e non rimanga sospeso.
C’è invece sicuramente una grande attenzione al tema dell’educazione alla cittadinanza digitale. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sta lavorando al nuovo Piano per la Scuola Digitale, a distanza di 7 anni dal primo, ed al momento è in corso una consultazione aperta a diversi soggetti a conclusione della quale si prevede l’adozione del Piano per il prossimo autunno. Il tema della formazione dei docenti dovrebbe essere un punto centrale del piano.
In materia di attuazione della legge 92/2019 sull’insegnamento dell’educazione civica in un momento in cui si sta cercando di valutare il suo reale impatto sulla formazione degli studenti, anche a seguito del lavoro di definizione delle nuove linee guida e dei traguardi di competenza per primo ciclo e obiettivi apprendimento per secondo ciclo portato avanti dal gruppo di esperti e dal comitato tecnico scientifico, il rischio con l’introduzione di ulteriori micro-tematiche (educazione finanziaria, educazione alimentare, educazione stradale) è che si arrivi ad una frammentazione del curricula in tanti piccole componenti quando sarebbe, invece, necessario armonizzare i diversi contenuti in un percorso trasversale coerente e utile alla formazione alla cittadinanza globale così come richiesto dalla comunità internazionale.
Spiace invece constatare che la Consulta dei diritti e dei doveri del bambino e dell’adolescente digitale prevista dall’art. 5 della Legge 92/2019 non sia ancora stata istituita.
FORMARSI PER EDUCARE
Il Gruppo CRC ribadisce la necessità che il Ministero dell’Università e della Ricerca riveda il curriculum di studio per i corsi di laurea in Scienze dell’Educazione e in Scienze della Formazione Primaria, con un focus anche sulla didattica inclusiva, per assicurare che il percorso zerosei abbia personale educativo e docente adeguatamente formato. Le dotazioni organiche di molti servizi educativi risultano insufficienti e manca una programmazione adeguata al fabbisogno di laureati in Scienze dell’Educazione che tenga conto dell’estensione di questi servizi prevista dalla Legge 234/2021 e dal PNRR. Nelle regioni del Centro-Nord, anche a seguito del numero chiuso per l’accesso ai corsi di Laurea in Scienze della Formazione primaria, si riscontra una carenza di insegnanti per la scuola dell’infanzia.
SALUTE E BENESSERE PSICOFISICO
Da tempo raccomandiamo che il Ministero della Salute istituisca un monitoraggio nazionale sistematico e continuo, dei dati epidemiologici e di attività e risorse su patologie neurologiche, psichiatriche e del neurosviluppo nella fascia 0-17 anni, per una migliore programmazione della rete dei servizi di Neuropsichiatria Infantile (NPIA).
Il lavoro avviato nel 2022 dal Ministero della Salute per un sistema informativo nazionale di NPIA in grado di raccogliere informazioni da parte delle Regioni per monitorare in modo appropriato ed efficiente il percorso di cura e gli esiti degli interventi diagnostico-terapeutici-riabilitativi, nell’ambito del quale sono state definite le specifiche tecniche dei contenuti e delle modalità per la rilevazione delle attività e del personale, è sicuramente un primo passo fondamentale, ed è quindi importante che si arrivi quanto prima all’adozione del decreto ministeriale che ne consentirà l’effettiva attivazione.
Per quanto riguarda invece l’implementazione delle attività e dei servizi di NPIA, in particolare nelle Regioni più carenti, si evidenzia inoltre che a fine 2022 nell’ambito del documento “Metodo per la determinazione del fabbisogno del personale nel SSN” approvato in Conferenza Unificata, sono stati per la prima volta indicati gli standard per i servizi territoriali di NPIA, che sarebbe importante trovassero una rapida applicazione.
Per maggiori approfondimenti si veda Agenda per l’infanzia e l’adolescenza.
Si veda anche il Programma dell’eventodel 30 maggio 2023: Dieci passi per rendere concreto l’impegno verso le nuove generazioni: a che punto siamo?
Si veda anche anche il Comunicato Stampa predisposto in occasione dell’evento.
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