I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione 2021

In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute e dei servizi educativi e nell’incidenza della povertà, il che vuol dire che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono. In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il Gruppo CRC (di cui fa parte anche la Fondazione Roberto Franceschi Onlus) pubblica il rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione 2021” per offrire una fotografia regionale attraverso una serie di indicatori

A cura del Coordinamento del Gruppo CRC

Il Gruppo CRC pubblica, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la seconda edizione del Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione 2021”, a distanza esatta di tre anni dalla prima. Il Rapporto sarà presentato nel corso di un evento on line promosso in collaborazione con Vita il prossimo 2 dicembre, ed a seguire sono stati programmati una serie di appuntamenti (in presenza e online) a livello regionale (si parte il 10 dicembre con Palermo e Trieste).

La pubblicazione affianca l’analisi nazionale sviluppata nel Rapporto annuale di monitoraggio con l’obiettivo di offrire una fotografia regionale attraverso una serie di indicatori, offrendo utili spunti per ulteriori approfondimenti. In particolare, sollecita le istituzioni pubbliche alla raccolta puntuale, sistematica e disaggregata di informazioni necessarie a programmare interventi efficaci e sostenibili per i bambini, le bambine, gli adolescenti e le loro famiglie.

Come recentemente evidenziato anche dal Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle proprie raccomandazioni all’Italia occorre “portare avanti misure urgenti per rispondere alle disuguaglianze regionali rispetto all’accesso al sistema sanitario, alla lotta alla povertà, alla garanzia di alloggi dignitosi, inclusa la prevenzione di sgomberi, allo sviluppo sostenibile e all’educazione in tutto il Paese”.

In Italia permangono ancora numerose e profonde diseguaglianze regionali nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute, dei servizi educativi, e nell’incidenza della povertà, che vuol dire che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono. Si tratta di una discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una programmazione strategica in grado di investire con efficacia le risorse per l’infanzia e l’adolescenza, comprese quelle che arriveranno dal livello europeo, sia dal PNRR che dai fondi della prossima programmazione 2021 -2027I tempi sono ormai maturi anche per colmare la carenza di dati riguardo l’infanzia e adolescenza, che caratterizza alcuni settori in modo particolare, e l’adozione della Garanzia europea per l’infanzia (Child Guarantee), che prevede tra l’altro “di aumentare la disponibilità, la portata e la pertinenza di dati comparabili a livello dell’Unione” relativamente alle persone di minore età, può essere l’occasione per compiere un passo in avanti anche nel nostro Paese.

Con questo lavoro le associazioni del Gruppo CRC intendono stimolare e contribuire ad un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza della condizioni dell’infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che sono sempre più evidenti.

La pubblicazione è organizzata in schede regionali che offrono dati sintetici e comparabili relativi alle aree tematiche individuate. Partendo dai contenuti dei rapporti annuali di monitoraggio, sono stati individuati sette raggruppamenti tematici, due in più rispetto alla prima edizione. Per ognuno di essi è stato individuato un set di indicatori che, seppur limitato, anche in considerazione della difficoltà di reperire dati disaggregati per la fascia 0-17 anni a livello regionale, possa rappresentare la condizione dell’infanzia nei diversi territori per le specifiche aree tematiche.

 
 

Approfondimenti: i 7 raggruppamenti tematici

 

1. Dati demografici

L’area tematica Dati demografici fornisce una fotografia delle tendenze socio-demografiche in corso, confermando il problema correlato alla denatalità che attraversa ormai in modo diffuso il nostro Paese. Tutte le regioni hanno un tasso di natalità in diminuzione, ed in particolare hanno un tasso sotto la media nazionale (6,8 per mille abitanti): la Sardegna con 5,1, seguita da Molise e Liguria con 5,7; la Provincia di Bolzano con un tasso di 9,6 ha invece il tasso più elevato in Italia.

La popolazione minorile rappresenta il 15,7% della popolazione totale, con la provincia di Bolzano (18,8) e la Campania (17,4) che sono le regioni con una percentuale di minorenni maggiori (ma solo altre tre superano la media nazionale Calabria (15,9%), Sicilia (16,5%), e Trento (17%). All’opposto Liguria (13,4%) e Sardegna (13,3%).

La speranza di vita alla nascita è di 82 anni con Toscana (83) e Umbria (83,3) che hanno aspettativa più alta.

In quest’area inoltre sono riportati i dati rispetto ai contesti familiari maggiormente vulnerabili – nuclei monogenitoriali e nuclei numerosi – che le analisi relative alla povertà minorile ci dicono essere quelli più a rischio di svantaggio economico. I nuclei monogenitoriali hanno un trend in crescita rispetto alla precedente edizione (in Sardegna di 5,7 punti in più rispetto alla media nazionale), mentre sono in diminuzione le famiglie con 5 o più componenti, ma in 8 Regioni da Nord a Sud la media è più alta rispetto a quella nazionale.

2. Risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza

In questa edizione è stata aggiunta un’area sulle risorse dedicate all’infanzia e all’adolescenza che ripropone l’analisi realizzata dal Gruppo CRC e pubblicata a maggio 2021 nel Dossier Risorse Infanzia. Nella consapevolezza che si tratta di dati limitati, che forniscono solo una fotografia parziale, è stato ritenuto importante dare visibilità all’allocazione di adeguate risorse all’infanzia e all’adolescenza in quanto ha un’importanza enorme nel garantire a tutti i bambini e a tutti gli adolescenti l’effettiva attuazione dei diritti.

Ricostruire le linee di finanziamento destinate ai minori e identificare l’ammontare di tutte le risorse pubbliche spese per i minorenni non è agevole, ma è fondamentale, ed è tanto più urgente in questo momento in cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) deve programmare l’investimento di ingenti risorse per i prossimi 5 anni, e che contiene importanti voci e fondi correlati all’infanzia e all’adolescenza.

Le disuguaglianze sono tutt’ora enormi se si guarda l’ammontare complessivo dei fondi e l’impatto che hanno sulla condizione dei minorenni rispetto all’offerta di Servizi.

3. Povertà materiale ed educativa

Mentre nell’edizione del 2018 erano presenti i dati sulla povertà economica, in questo rapporto sono stati aggiunti nuovi indicatori che consentono una visione più completa del fenomeno della povertà, che è multidimensionale e non può non tenere in considerazione anche la povertà educativa.

Il dato sulla povertà assoluta, in costante e preoccupante aumento per i minorenni (nel 2020 riguarda il 13,5% dei bambini e degli adolescenti in Italia), non viene riportato in quanto disponibile a livello di macro-area e non di singola regione. Si riporta invece il dato sull’incidenza della povertà relativa che nel 2020 ha registrato una diminuzione a livello nazionale dovuto probabilmente al calo dei consumi, ma aumenta in ben 10 regioni dal Nord al Sud del Paese, mentre nove regioni hanno una percentuale più alta della media nazionale (20,4), in molti casi anche in misura significativa (Campania +14 e Basilicata +13,6).

In tema di povertà alimentare, in Italia il 2,8% dei minori non consuma un pasto proteico al giorno, percentuale che raggiunge l’8,4% in Sicilia, 5,4% in Campania, 4,9% in Basilicata e 4,5% in Lazio (all’opposto ci sono Piemonte con 0,2%, Puglia 0,6% e Abruzzo e Marche con 0,7%).

L’abitudine alla lettura nel tempo libero riguarda poco più della metà dei ragazzi/e (51,9%), con significative differenze regionali (-16 punti in Calabria e + 13,9 in Emilia Romagna). La percentuale di ragazzi/e che nel tempo libero praticano sport è 59,8%, ma anche in questo caso con marcate differenze regionali (-18,4 punti in Campania e + 14,4 a Bolzano o 20,5 in Valle D’Aosta). Rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di internet da casa varia dal 67,7% della Calabria all’85,2% della provincia di Bolzano, mentre i ragazzi/e più disconnessi, cioè che non utilizzano Internet, vivono in Campania (22,3%), Valle d’Aosta (20,8%) e Puglia (19%).

4. Ambiente familiare e misure alternative

Le informazioni relative al numero delle persone di minore età che vivono fuori della propria famiglia di origine e che sono inserite in percorsi di affidamento familiare e in comunità di accoglienza, continuano ad essere non adeguati sia temporalmente (i dati disponibili si riferiscono al 2017), sia rispetto alle caratteristiche del percorso di accoglienza. Per l’affido familiare il tasso per mille residente è passato dal 1,4 (2014) a 1,5 (in Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Molise, Trentino Alto Adige il tasso è sotto l’1, mentre è di 2,6 in Liguria e 2 in Piemonte). Per le comunità di accoglienza il tasso è passato dal 1,2 (2014) a 1,3 (con differenze che vanno da 0,9 in Friuli Venezia Giulia al 2,9 in Liguria).

Le dichiarazione di adottabilità delle persone di minore età per l’adozione nazionale (2019) sono state 1237, di cui 193 da genitori ignoti (58 delle quali in Lombardia), rispetto alle 1199 del 2016. La Lombardia con il 19,9% e la Puglia 17,1% rispetto al totale nazionale sono le due regioni con il numero maggiore, seguite da Campania (8,5%), Lazio (8,6%), Sicilia (8,7%); all’opposto Umbria (0,2%) e Friuli Venezia Giulia (0,3%).

Con riferimento all’adozione internazionale i minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia sono stati 1.205 nel 2019 (di cui 153 in Campania e 151 in Lombardia), mentre erano 1.874 nel 2016, quindi con un trend decisamente in calo.

Infine rispetto alle persone di minore età con genitore detenuto la percentuale di colloqui con minori sul totale colloqui vede la Calabria con 35,9% e l’Umbria con il 30,2% con la percentuale più alta.

5. Educazione, gioco e attività culturali

Il numero di posti nei servizi educativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni è in aumento a livello nazionale (26,9 mentre era di 22,8 nella precedente edizione), e in tutte le regioni (tranne nella Provincia di Bolzano). Tuttavia permangono forti differenze regionali che vanno dal 43 dell’Umbria e 43,9 della Valle D’Aosta, al 10,4 della Campania e 10,9 della Calabria.

Rispetto alla scuola dell’infanzia, se rassicura il dato nazionale del 96% di bambini di 4-5 anni che frequentano la scuola dell’infanzia o il primo anno di scuola primaria, fanno riflettere le forti differenze regionali rispetto agli iscritti alle sezioni antimeridiane, che rappresentano il 10,53% a livello nazionale ma con divari che vanno dal 0,56% in Friuli e 1,30% in Lombardia, al 43,41% in Sicilia, 21,84% in Puglia,17,36% del Lazio. Anche il dato relativo alla percentuale di classi della scuola primaria (statali) senza tempo pieno, il 70,47% a livello nazionale, mette in evidenza la forti differenze regionali: Abruzzo, Campania, Molise, Puglia e Sicilia sono di oltre 10 punti sopra la media.

Solo il 56,32% degli alunni della scuola primaria usufruisce del servizio mensa, percentuale che arriva all’87,55% in Liguria, mentre scende all’opposto fino al 10,41% in Sicilia.

Uno specifico approfondimento ha riguardato il diritto all’istruzione per gli alunni con disabilità e per gli alunni stranieri, nella consapevolezza che l’opportunità di frequentare ambienti educativi inclusivi faccia la differenza nei processi di integrazione. Le scuole statali e non statali con barriere fisiche non accessibili (A.S. 2018-2019) sono 47, 1 ma si passa dal 40,1 della Lombardia al 57,2 della Basilicata o 57,1 della Calabria. Gli insegnanti per il sostegno selezionati dalle liste curriculari per regione (Anno scolastico 2018-2019. Valori per 100 insegnanti per il sostegno della stessa regione) vanno da 51,6 Toscana e 50,6 Piemonte al 16,1 in Calabria e 16,4 Campania (rispetto ad una media nazionale di 35,6).

La sezione relativa alla sicurezza nelle scuole registra un trend leggermente migliorativo per tutti gli indicatori (anche se permangono situazioni molto critiche come, ad esempio, la presenza del certificato di agibilità che è inferiore di oltre 10 punti rispetto alla media nazionale in Lazio -25,12, Sardegna -21,76, Calabria -17,90, Sicilia – 13,72 e Abruzzo -12,12).

Resta preoccupante la situazione degli Early school leavers (cioè ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno concluso il ciclo d’istruzione) che raggiunge il 13,1% (media europea 9,9%) e che sono in aumento in Calabria e Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto; e dei NEET (giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in alcun percorso di formazione) che raggiunge il 23,3% (media europea 13,7%) con punte in Sicilia (37,5%), Calabria (34,6%) e Campania (34,5%), all’opposto Veneto (14,7%) e Friuli Venezia Giulia (13,6%)  e Province di Bolzano (12,4%) e Trento (14,6%).

6. Salute e servizi di base

Nel Rapporto CRC è stata evidenziata la presenza di numerose e profonde diseguaglianze regionali anche nell’accesso e nella qualità dei servizi di salute: la mortalità infantile (2,88 a livello nazionale in lieve aumento rispetto alla precedente edizione pari a 2,8, ma con tassi elevati e superiori al 3,8 in Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata all’opposto le Marche con 1,67); l’obesità e sovrappeso (la percentuale di bambini obesi e gravemente obesi è in aumento a livello nazionale passando da 9,3 a 9,4, in particolare in alcune regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Campania dove supera il 15%); il numero di parti cesarei (per i quali si conferma una media nazionale elevata del 31,7%, anche se in calo rispetto alla precedente edizione, e con notevoli differenze regionali che raggiungono il 50,3% in Campania, 39,9% in Sicilia e 39,2 in Puglia, 38% in Calabria).

Rispetto alle coperture vaccinali la copertura Morbillo a 36 mesi (per 100 abitanti 2017, coorte di nascita 2016) è del 95,2% a livello nazionale, percentuale che arriva al 98% in Campania e scende al 78,7% in Calabria. La percentuale di popolazione nella fascia 12-19 che ha completato il ciclo vaccinale contro il Covid-19 (al 10 ottobre 2021) è del 62,8%, variando dal 69,9% in Lombardia al 55,5% in Sicilia.

È stata poi inserita una sezione su ambiente, tema affrontato anche nei Rapporti CRC, con una serie di indicatori che riguardano tra l’altro la qualità dell’aria: superano la media nazionale di 81,9% del livello di esposizione della popolazione urbana all’inquinamento atmosferico da particolato PM 2,5 superiore a 10 mcg/m3 Emilia – Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Trentino Alto Adige, Veneto.

7. Protezione

In questa ultima sezione sono riportati i dati relativi ai minorenni stranieri non accompagnati (il dato sui MSNA presenti e censiti è in calo a livello nazionale, anche se in crescita in poche regioni tra cui il Friuli Venezia Giulia e la Puglia dove sono presenti rispettivamente il 10,65% e l’11,59% del totale); i dati dei minorenni inseriti nel circuito della giustizia minorile, per i quali ci sono dati disponibili in merito ai minori in stato di detenzione o sottoposti a misure alternative (con un trend in diminuzione rispetto ai dati raccolti nella prima edizione); e per la prima volta quest’anno sono stati inseriti i dati forniti dal Ministero dell’Interno rispetto ai minori vittime di abuso e di maltrattamento per una serie di reati, che in mancanza di qualsiasi altra informazione relativa al fenomeno della violenza a danno di minori, abbiamo ritenuto importante includere, nella consapevolezza che forniscono solo uno sguardo parziale sul fenomeno.

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