Quando i senza dimora sono migranti e nuovi poveri: come cambia il lavoro di chi li aiuta sulla strada

senza dimora

Daniela Leonardi, giovane sociologa del Network Roberto Franceschi, presenterà alla dodicesima “European Research Conference on Homelessness” organizzata da FEANTSA a Barcellona il prossimo 22 settembre la sua ricerca (di seguito l’abstract) al cui finanziamento contribuiscono i nostri partner della Fondazione Isacchi Samaja Onlus

L’impatto sui servizi rivolti a persone senza dimora causati dai cambiamenti nell’utenza, analizzati da un approccio di street-level-bureaucracy
Abstract

Di fronte alle ondate crescenti di migranti, gruppi vulnerabili, persone con disturbi psichiatrici e nuovi gruppi di persone che stanno sperimentando povertà e spesso esclusione sociale, come alcuni uomini divorziati, persone di mezza età che hanno perso il lavoro e working poor, la sfida per i servizi rivolti a persone senza dimora consiste nell’accogliere e gestire questa popolazione sempre più diversificata.
La questione dell’impatto – causata da un cambiamento nell’utenza – sui servizi per i senza dimora a Torino è affrontata in misura limitata o nulla dai policy maker e cade sulle spalle di quegli operatori in stretto contatto con gli utenti (street-level bureaucrats) che sono chiamati a fare del loro meglio utilizzando le proprie risorse personali. Dove per risorse intendiamo istruzione, abilità sociali, competenze interculturali, conoscenza delle lingue straniere, senso pratico e capacità di far fronte all’inaspettato. Queste risorse non sono riconosciute e formalmente richieste nei contratti di assunzione, ma sono essenziali per il successo del lavoro. I cambiamenti e la crescente diversificazione degli utenti producono quindi conseguenze significative sul modo in cui gli operatori lavorano e un aumento della complessità delle situazioni che affrontano.
Il paper intende affrontare questo tema, basandosi sui risultati di interviste approfondite con i professionisti che lavorano nelle case di ospitalità notturne gestite da cooperative per conto della città di Torino. Il fatto che l’autrice abbia esperienza precedente di lavoro all’interno di servizi per i senza dimora ha reso più facile l’accesso sul campo.
La volontà di concentrarsi sul livello delle pratiche è in accordo con Broadkin (2011) che afferma che gli operatori possono essere definiti come policy maker de facto perché, con il loro lavoro quotidiano, costruiscono e ricostruiscono informalmente politiche. Allo stesso tempo Dubois (1999) afferma che il livello di interazione tra i lavoratori dei servizi sociali, gli operatori e gli assistiti è il livello in cui i diritti della cittadinanza sono resi accessibili o meno. Per queste ragioni, la ricerca si colloca all’interno dell’approccio della street level bureaucracy.

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