In occasione della Serata in ricordo di Roberto Franceschi del 23 gennaio 2017, abbiamo voluto unire le radici di Roberto a due figure di ragazzi che come lui avevano iniziato la loro giovane vita ponendosi delle domande e andando a ricercare delle risposte, spinti dalla voglia di capire, di approfondire, di studiare le cause e di cercare soluzioni possibili.
Abbiamo invitato perciò i genitori di Valeria Solesin e Giulio Regeni ad essere presenti per condividere con noi il momento in cui ogni anno giovani ricercatori nel nome di Roberto. Per motivi diversi non sono potuti venire ma hanno inviato dei messaggi indirizzati in particolar modo ai giovani.
Un pensiero a tutti Voi, per questa serata che conferma l’attenzione per i giovani e l’importanza della ricerca come via per lo sviluppo sia individuale che sociale. Conoscere è avere un’atteggiamento di ricerca, di libera curiosità.
Ringraziamo per il pensiero rivolto anche a Giulio come ricercatore e pensatore. Auguriamo a tutti ed in particolare ai ricercatori e alle ricercatrici un proficuo lavoro ed un suo riconoscimento a livello istituzionale, intellettuale e sociale.
Cordiali saluti,
Paola e Claudio Regeni
Indirizziamo a voi tutti un semplice saluto e un ricordo di nostra figlia, così crudelmente strappata alla vita.
Valeria era una giovane donna brava, sveglia e molto curiosa. Da bambina era brava, sveglia e molto curiosa. Scrutava la vita con intelligenza ed entusiasmo e si chiedeva sempre perché. Spesso non riusciva a capire perché le cose andassero diversamente da come sarebbero dovute andare e si arrabbiava molto. Da bambina si arrabbiava moltissimo e spesso diceva “Non è giusto!”. Crescendo, aveva imparato che arrabbiarsi spesso non serve a molto, ma che invece è meglio agire con costanza per raggiungere i propri obiettivi. Era una paladina della razionalità e non si dava pace quando il mondo le si rivelava caotico, sciocco, parziale.
Quando a Parigi è andata ad aiutare i clochard del Metro sapevamo che, oltre al desiderio di fare qualcosa di buono, quello che la muoveva era il desiderio di conoscere, di formarsi un’opinione, di sperimentare nuovi territori. Era la sua immaginazione sociologica in azione. Per tutta la sua vita è stata per noi una fonte inesauribile di gioia e anche di vero divertimento. Così la vogliamo ricordare anche a voi.
Care studentesse e cari studenti, presenti in molti in questo giorno di ricordo, Valeria condivideva i vostri stessi sogni, desideri, speranze. Desiderava un mondo migliore, in cui i meriti ed il lavoro di ciascuno fosse riconosciuto e valorizzato. Desiderava anche condividere la sua vita con la persona che amava di più, Andrea, con il quale viveva e desiderava formarsi una famiglia. Lavoro e famiglia, nel suo pensiero, dovevano andare insieme e come studiosa si interessava ad analizzare le difficoltà di questa armonizzazione, per poterle poi superare mediante politiche adeguate. La demografia, possiamo dire, faceva parte del suo progetto di vita e lo sosteneva.
Se un esempio Valeria può dare è quello di aver perseguito con determinazione e con tenacia le cose in cui credeva. Cercate di agire anche voi con la coscienza che ciascuno ha una responsabilità nei confronti del mondo, e un piccolo compito quotidiano da portare avanti. Non arrendetevi di fronte alle difficoltà, ma cercate il modo di superarle contando sui vostri compagni, sui vostri docenti, sulla vostra famiglia, e soprattutto su voi stessi. Vogliatevi bene!
Questo momento di riflessione, ma anche di incontro e di condivisione di esperienze, può aiutarvi a trovare la vostra via. Valeria la sua strada l’ha percorsa sempre con entusiasmo e senso di solidarietà. Vi auguriamo di poter fare altrettanto.
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