Testimonianza per il 40° anniversario dell’uccisione di Roberto Franceschi – 23 gennaio 2013
Il premio Franceschi ha significato la scoperta di un mondo e di un periodo storico a me sconosciuti.
Scoperta avvenuta in parte tramite i racconti, il coinvolgimento emotivo e la forza trasmessi dalla madre di Roberto. In parte tramite la partecipazione alle serate in commemorazione di Roberto e tramite diverse letture, tra cui il libro “Processo di Polizia”. Sono stata adolescente alla fine degli anni ‘80 / primi anni ‘90, un periodo in Italia relativamente “tranquillo” dal punto di vista sociale. Gli unici scontri ideologici a cui partecipavo avvenivano all’interno delle mura del mio liceo, in un ambiente tutto sommato “ovattato”. E durante gli anni dell’università sarò passata centinaia di volte davanti al Maglio, il monumento a Roberto, senza mai interrogarmi sul significato dell’opera. A maggior ragione pertanto mi ha colpito la scoperta della forza della lotta ideologica portata avanti da Roberto e dai suoi compagni, generando in me una consapevolezza allora sconosciuta.
E ora che sono mamma, a distanza di anni, riesco a comprendere appieno anche la dimensione famigliare della tragedia di Roberto, la forza della disperazione e il coraggio dei genitori e della sorella, che non hanno mai cessato di combattere in memoria del figlio. Sono cresciuta, grazie al premio Franceschi, e ancora oggi porto dentro di me la consapevolezza acquisita.
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